di RICCARDO TRIPEPI
- Roma ha ormai preso in mano il pallino. Il Pd e il governo Oliverio sono fuori controllo e nessuno si fida più dei big calabresi. Dopo l’esplodere di rimborsopoli e le richieste romane, seguite da puntuali annunci calabresi, di azzeramento della giunta e di ripensamento della guida del partito, i renziani calabresi hanno già fatto il primo errore che è stato corretto proprio dai vertici capitolini.
Se Gianluca Callipo, in aperto contrasto con la linea del segretario Magorno, aveva convocato per oggi un’assemblea pubblica a Lamezia Terme, il resto dei renziani avrebbe dovuto fare il punto della situazione ieri a Luzzi. Tanto che per l’occasione era stata invitata anche Stefania Covello, in rappresentanza della direzione nazionale del partito.
Niente di peggio che prepararsi già spaccati alle prossime e decisive giornate durante le quali sarà deciso sia il futuro della legislatura regionale che del partito calabrese. E allora, via Guerini, è arrivato alle truppe un secco altolà. E ai turbolenti renziani calabresi non è rimasto altro che procedere all’annullamento di entrambi gli appuntamenti. A darne l’annuncio ufficiale è stato proprio Gianluca Callipo. «La riunione che avevamo organizzato per oggi a Lamezia non si farà – ha detto - È stata una decisione sofferta, ma dettata dal senso di responsabilità. Le interpretazioni che si sono accavallate in questi giorni e il rischio concreto che venisse strumentalizzata, ci hanno spinto a convenire con il segretario Magorno e con Stefania Covello che fosse opportuno annullarla, insieme a quella che era in programma a Luzzi ieri pomeriggio. Contestualmente, però, abbiamo deciso che l'area Renzi del Pd calabrese terrà un'assemblea domenica prossima, 5 luglio, alle ore 10.30, presso l'Hotel Lamezia, alla quale parteciperemo tutti. In quella sede avremo l'occasione di esporre le nostre idee».
Domenica è la data scelta perché, in quel momento, sarà certo se il centrodestra presenterà o meno il referendum sullo Statuto regionale e, soprattutto, Roma avrà preparato nel dettaglio l’incontro. In settimana i referenti calabresi del partito saranno a Roma per incontrare Guerini e fare il punto della situazione, in maniera tale che domenica tutti abbiano le idee chiare sul da farsi.
Il mantra degli emissari del premier è sempre lo stesso: azzeramento totale della giunta e quindi con l’uscita anche di Guccione e Ciconte. Sul piatto anche il ruolo del presidente del Consiglio Scalzo per dare un segnale di rottura complessivo e che non faccia sconti a nessuno. Sia Guccione che Ciconte, però, sembrerebbero assai difficilmente convincibili sulla necessità di sopportare un pesantissimo sacrificio personale. Risolta questa grana servirà poi dar vita ad una giunta forte e autorevole alla quale Oliverio ha iniziato a lavorare seppur con mille difficoltà. A parte gli equilibri di maggioranza c’è anche da fare i conti con la difficoltà di coinvolgere personalità di primo piano, fuori dai giochi politici, in un momento assai difficile per la Regione.
Per quel che riguarda il partito, invece, Magorno è sempre sotto osservazione. E seppure ha immediatamente sposato la linea Guerini, da Roma hanno ben chiara ormai la sua difficoltà nel tenere compatto il partito. L’ultima prova è arrivata proprio ieri con la doppia riunione, sventata all’ultimo istante, che ha dato però l’ennesima dimostrazione delle tante spaccature che continuano a dominare i democrat. Ed allora anche da questo punto di vista si dovrà cambiare. Magorno, quantomeno, dovrà scegliersi una segreteria di rilievo in cui dare spazio a tutti e cercare, per questa via, di provare a riguadagnare punti di leadership. Altrimenti sarà inevitabile arrivare ad un commissariamento del partito calabrese con l’invio di un colonnello, diretta emissione di Renzi, che possa assumere la guida del Pd in uno dei suoi momenti di maggiore difficoltà.