Un giorno alla settimana la calda serata estiva veniva mitigata dalla visione di questo programma
“UN,DEUX,TROIS,ALE’!”
Con questo input ed un sonoro fischio Gennaro Ulivieri e Guido Pancaldi, imparziali ed inflessibili arbitri, segnalavano l’inizio della contesa tra le squadre europee composte dalle nazioni in gara in dispute e sfide estenuanti dove le doti atletiche erano sì necessarie ma non determinanti: i concorrenti erano ostacolati da costumi goffi e buffi.
Giochi senza frontiere (in francese Jeux sans frontières) era un programma televisivo prodotto dall'Unione Europea di Radiodiffusione (UER) e derivato dal programma francese Intervilles, a sua volta ispirato all'italiano Campanile sera, andato in onda dal 1965 al 1982 e successivamente dal 1988 al 1999.
Ciascuna nazione ospitava a turno la gara in un clima di sano e corretto agonismo sotto l’attenta vigilanza dei due arbitri, seguita ed accompagnata da un rumoroso pubblico che parteggiava per la propria compagine.
Un giorno alla settimana la calda serata estiva veniva mitigata dalla visione di questo programma, con indici di ascolto stratosferici e il gradimento alle stelle. Il gioco inoltre spesso era emulato da comitive di amici che si sfidavano…. senza esclusione di colpi ed in assenza dell’imparzialità di un arbitro.
Il divertimento era garantito, per grandi e piccini: il micione spagnolo, gonfio di gommapiuma, sollevava la coscia per superare l’ostacolo prestando ben attenzione che non cadesse il cesto colmo di pesci di plastica, correndo e zompettando lungo la gimcana del percorso. Piscine, vasche di schiuma, ostacoli su piste scivolose: tutto contribuiva all’allegria, in un contesto di sana competizione internazionale.
Molti i punti originali e che sarebbero poi stati presi ad esempio da dozzine di altri spettacoli; ad esempio se la squadra in gara avesse giocato il Jolly, i punti ottenuti per quel gioco sarebbero stati raddoppiati. O il Phil-Rouge, o la sede ospitante che ogni settimana dava modo di osservare altre nazioni. Una leggerezza importante, nello spirito autentico di chi nell’Europa e nella fratellanza internazionale davvero ci credeva.
Birilloni, Joker, scivoli, piscinette, affollavano la coloratissima scenografia, ed Ettore Andenna, cronista per la televisione italiana commentava, non senza una occasionale punta di sarcasmo, le vicende ed i risultati, parteggiando ovviamente per la squadra azzurra.
Luci e colori: signore e signori si gioca!
Forse non è una coincidenza casuale, ma con l’entrata in vigore dell’Euro la trasmissione è stata cancellata: c’è poco da giocare, si fa sul serio, ora.
Ma riproporla e rimetterla in palinsesto non sarebbe un male: almeno nella competizione ludica la Grecia potrebbe avere eguali chances di vittoria della Germania e sottrarsi al giogo.
Ops! Attualmente qualcuno avrebbe richiesto con veemenza la sostituzione della preposizione “senza” con la sua contraria: “con”, ma “Giochi CON frontiere” suonerebbe male!
La Gran Bretagna indirebbe un Referendum per chiedere se sia il caso di partecipare alla competizione.
L’Italia avrebbe buone chances di vittoria, di pupazzi ne annoveriamo decine, ed anche Jolly, buoni per ogni cosa.
Per la cronaca, la nazione con il più alto numero di vittorie nelle varie edizioni è, manco a farlo apposta, la Germania, mannaggia li pescetti!
Sigla dell’Eurovisione. Nostalgia per la speranza. Per quella speranza, di tanti popoli uniti sotto il segno del gioco e del divertimento.