Il Ponte, la Torre di Eiffel e il Canale di Suez. Appunti per non farsi imbrogliare

Il Ponte, la Torre di Eiffel e il Canale di Suez. Appunti per non farsi imbrogliare

La Torre Eiffel è una torre metallica completata nel 1889 in occasione dell'esposizione universale e poi divenuta il monumento più famoso di Parigi, conosciuto in tutto il mondo come simbolo della città stessa e della Francia.Il canale di Suez è un alveo artificiale navigabile situato in Egitto. Taglia l'omonimo istmo di Suez, permettendo la navigazione diretta dal Mediterraneo all'Oceano Indiano, senza la necessità di circumnavigare l'Africa sull'Oceano Atlantico. Nel 2020, più di 18.500 navi hanno attraversato il canale. Il canale fu inaugurato il 17 novembre 1869.

Cosi Wikipedia introduce le due grandi opere: Torre Eiffel e Canale di Suez. Le due opere sono state realizzate nello stesso periodo storico e completate 20 anni di distanza.
La Torre è un monumento alla grande ingegneria meccanica nascente, Il Canale è una grande realizzazione di ingegneria civile.

Dal punto di vista delle funzioni, la Torre è una bellissima opera d’arte da ammirare come la Gioconda di Leonardo o il Mosè di Michelangelo.
Milioni di fotografie, Milioni di turisti.

Dal punto di vista delle funzioni il Canale è un’opera di ingegneria decisiva per i traffici commerciali nel pianeta, da lì passa il 10% del traffico commerciale mondiale. Ha riportato il Mediterraneo al centro dei traffici mondiali di merci, dopo 4 secoli di marginalità decretata dalla scoperta dell’America.
Zero fotografie, zero turisti.

Dalla Francia e dall’Egitto andiamo in Italia. Il Ponte continua ad essere alla ribalta delle discussioni nazionali. Leggendo le dichiarazioni dei Si-Ponte e dei No-Ponte, sembra proprio che il Ponte sia ritenuto una nuova Torre Eiffel. Una grande opera che, per alcuni, proietterà l’Italia alla ribalta mondiale con un impatto positivo notevole mentre, per altri, produrrà guasti memorabili e avrà un impatto negativo notevole. Tutte posizioni legittime o discutibili, secondo il punto di vista degli uni e degli altri. La politica nazionale ha promosso, sviluppato e sostenuto questo ruolo da opera d’arte, e questo lo hanno fatto sia i politici del Si che quelli del No.

L’Attraversamento Stabile dovrebbe essere valutato per le sue funzioni economiche, sociali e ambientali. Poi, chi vuole può esercitarsi nelle proiezioni turistiche da opera d’arte. Adesso è necessaria una lettura delle funzioni cruciali dell’Attraversamento per sviluppare Sicilia e Calabria: uniche ed ultime due regioni non agganciate allo sviluppo del Paese.

Un tentativo di riportare il problema dell’Attraversamento Stabile alle sue funzioni economiche, sociali e ambientali è stato fatto con i lavori svolti dalla Commissione ministeriale nella precedente legislatura. Ma subito dai due schieramenti del Si e del No ci si è trovati pienamente d’accordo nello sterilizzare le valutazioni della Commissione. Certo è molto meglio discutere di un’opera d’arte, discutere della “Torre Eiffel”: si impegnano le valutazioni emotive, sensoriali, le percezioni, si può stare tranquillamente nei 280 caratteri di twitter, si può chiacchierare sui social.
È molto più complesso e difficile discutere delle funzioni dell’Attraversamento Stabile, discutere del “Canale di Suez”. Studiare aridi numeri di flussi di veicoli, di flussi di merci, di flussi economici, di flussi sociali, di flussi di CO2.
Molto meglio parlare all’immaginifico, oppure utilizzare valutazioni come l’analisi benefici costi, molto valida per stimare gli impatti turistici dell’Attraversamento-Eiffel ma del tutto inutile per valutare le modificazioni economiche e sociali epocali che coinvolgeranno le future generazioni e che saranno determinate dall’Attraversamento-Suez.

Logica conseguenza dell’impostazione “Torre Eiffel” voluta da tutta la politica nazionale, dei Si e dei No da destra a sinistra passando per il centro, è l’indipendenza del Ponte dall’Alta Velocità ferroviaria.

Infatti i politici, sia quelli che si sbracciano per il Si che quelli che rimbrottano per il No, non danno alcuna attenzione a due fatti decisivi:
(1) in Sicilia si sta realizzando la Messina-Catania-Palermo con caratteristiche convenzionali e non da Alta Velocità;
(2) in Calabria viene proposto un progetto di Alta Velocità che invece di accorciare la distanza tra Salerno e Reggio la allunga, sarà la prima ed unica linea Alta Velocità in tutto il pianeta che passa da 393 chilometri della convenzionale attuale a 445 dell’Alta Velocità, cioè si allunga del 15%; per fare un confronto la Roma-Firenze è passata da 315 km convenzionale a 238 km alta velocità, cioè si accorcia del 25%.

La differenza tra chi vuole la Torre e chi vuole il Canale sta in questo. Per i primi l’importante è vedere una bella opera d’arte per i turisti, e quindi l’Alta Velocità non serve e infatti i due fatti precedenti non vengono considerati. Poi ci sono quelli che vedono un futuro di Calabria e Sicilia integrato in Italia ed in Europa e allora l’Alta Velocità è cruciale.

Il nuovo Ministro incontra martedì 8 novembre i Presidenti di Calabria e Sicilia per parlare dell’Attraversamento dello Stretto. Parleranno della “Torre” o del “Canale”? Schifani parlerà della totale assenza dell’Alta Velocità in Sicilia? Occhiuto parlerà del primato planetario che la politica sta assegnando alla Calabria, 50 chilometri in più, invece di 50 chilometri in meno?

È facile capirlo dai resoconti: si pone il problema dell’Alta Velocità vera in Sicilia e Calabria oppure No?
Se non danno indicazioni chiare sull’Alta Velocità vuol dire che l’idea è la “Torre Eiffel”.

*Università di Reggio Calabria.