L'INTERVENTO. LUCANO E LA CALABRIA IN DISSOLVENZA

L'INTERVENTO. LUCANO E LA CALABRIA IN DISSOLVENZA

UNO. Quindi Mimmo Lucano è stato rinviato a giudizio. Verrà giudicato per tutte le nefandezze di cui è accusato. Un mucchio di reati che sarà difficile, con una sola vita a disposizione, scontare per intero in carcere. Così ha voluto la Procura di Locri. Così ha deciso il (la) Giudice delle indagini preliminari.

DUE. La prima cosa che viene in mente è che nella Locride, nei paesini martoriati dallo scioglimento dei Consigli comunali, nelle comunità aggredite dal degrado e dalla violenza dei clan mafiosi, e più complessivamente nella Calabria svuotata anche dalla malagiustizia, la stragrande maggioranza dei cittadini tirerà finalmente un sospiro di sollievo: la giustizia ha cominciato a funzionare. Tutti guarderanno alla dea bendata che regge la bilancia sentendosi più sicuri e più forti. Inizia la riscossa. Cresceranno l’autorevolezza e il prestigio delle istituzioni e dei corpi dello Stato.

TRE. Chi scrive, insieme a molti che leggono, sa che non è così e che nessuno s’illude che sia così. Tutti sanno, sappiamo, come andrà a finire. Ma, nel migliore dei casi, passeranno anni. Un tempo irrecuperabile per Lucano e quelli che gli vogliono bene. Lui dovrà correre col fiato sempre più grosso. Intanto, i suoi sogni, che avevano già rubato i colori dell’arcobaleno per farli risplendere negli occhi di bambini di tutti i colori dell’unica razza esistente al mondo, quella umana, sfumeranno in dissolvenza come nei finali tristi dei film degli anni Sessanta del secolo scorso. E non pagherà nessuno. Un trafiletto, tra tanti anni e quando tutti avranno dimenticato, befferà Mimmo il Curdo riconoscendo e/o ammettendo che non ha commesso il fatto o che il fatto non costituisce reato. Sarà tutto chiaro quando a lui e a noi non importerà più nulla.

QUATTRO. Ovviamente possiamo sbagliarci. E’ perfino possibile che sia giusto e necessario processare Lucano. E anche punirlo. Ma per convincerci devono, dovete, trovargli i soldi. Vogliamo vedere il danaro che Lucano ha rubato e accumulato. Siamo in un paese e in una Regione dove ci sono le capacità per fare emergere alla luce del sole (per sequestrarli e poi confiscarli) i patrimoni illeciti di ladri, mascalzoni, mafiosi e prestanome. Ma a Lucano non hanno trovato un euro. Solo gli ingenui o quanti sono in malafede immaginano che investigatori e inquirenti non si siano impegnati massicciamente nel tentativo di chiudere il conto a Lucano in quest’unico modo possibile. Risultato: niente conti all’estero, né parenti, amici o sottoposti che gli nascondono e conservano il danaro che dovrebbe avergli procurato quella montagna di maleazioni che gli vengono contestate.

CINQUE. Riflessione di un calabrese nato a due passi da Riace, il paese di Mimmo Lucano: “La disperazione più grave che possa impadronirsi d'una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile” (Corrado Alvaro, Ultimo diario).