SCUOLA/Calabria. Il problema degli studenti nati in Italia ma privi di cittadinanza italiana

SCUOLA/Calabria. Il problema degli studenti nati in Italia ma privi di cittadinanza italiana

ius soli

Il segmento degli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia registra un progressivo aumento. Questa tipologia di alunni è portatrice di storie e bisogni educativi diversi da coloro che sono appena arrivati in Italia. Sono “studenti in attesa” della legge sulla cittadinanza bloccata in Parlamento. Si attende una legge, magari frutto di molte mediazioni, che dovrebbe coniugare le proposte dello ius soli con quelle dello ius culturae.

Bene, se dovesse andare in porto la riforma ci sarebbero in Italia poco più di  531.417 ragazzi e ragazze che avrebbero in poco tempo i requisiti per diventare cittadini italiani.

Nell’ultimo anno, questi studenti sono cresciuti molto c’è stato un incremento dall’a.s. 2013-2014 di quasi 116 mila unità (+ 28% circa).

Il report ministeriale riferisce  che del totale dei minori stranieri presenti in Calabria pari al 4,3%, l’1,4% corrisponde a quelli nati in Italia: in tutto, 4.121.  Nelle scuole dell'infanzia ve ne sono 1.341, nella primaria 1.84, scuola di primo grado 622 e 354 nella scuola superiore.

Nel Reggino si registra la presenza maggiore di minori stranieri nati in Italia: 1.475. Poi Cosenza con 1.144, Catanzaro con 897, Crotone con 330 e Vibo con 275.

Problemi aperti

Atteso che anche per i nati in Italia la scuola per l’infanzia è decisiva per acquisire familiarità con la lingua italiana parlata attraverso lo scambio continuativo fra pari e nell’ottica del conseguimento dell’obiettivo fissati dal Consiglio d’Europa di raggiungere entro il 2020 la partecipazione all’istruzione pre-primaria di almeno il 95% dei bambini fra i 4 anni e l’inizio dell’istruzione primaria obbligatoria, è necessario e urgente  assicurare agli insegnanti del settore una apposita formazione in pedagogia e didattica della lingua parlata che tenga conto del multilinguismo presente nelle scuole e dell’importanza  di uno sviluppo del bilinguismo.

I due nodi principali da affrontare sono senza dubbio l’elevata incidenza nelle classi e i problemi linguistico - comunicativi. Ad un aumento del numero di stranieri nelle classi corrisponde una maggiore problematicità della gestione. Quasi il 62% degli insegnanti italiani chiede il potenziamento della lingua italiana e consiglia il ricorso ai mediatori  culturali.

Gli insegnanti, inoltre,  non si sentono adeguatamente sostenuti dalle istituzioni nel lavoro che svolgono. Gran parte di loro si sente poco sostenuto dalle istituzioni scolastiche, sia a livello centrale sia a livello territoriale. Anche gli enti locali, come Comune e Provincia, non sono percepiti come sensibili alle difficoltà che gli insegnanti incontrano nella gestione delle classi con ragazzi stranieri. Necessitano i mediatori linguistici e culturali per le attività curriculari ed extrascolastiche.

Resta il problema dei diritti di cittadinanza. La scuola deve essere il luogo in cui ciascun allievo abbia il diritto di sentirsi uguale agli altri e quello di trovarvi l’aiuto necessario a costruire la propria diversità. La non cittadinanza mina alla base il percorso educativo e noi crediamo sia giunto il momento che tutti gli scolari del nostro Paese abbiano gli stessi diritti e possano stare nelle nostre classi da uguali,in altre parole che lo ius soli e/o lo ius culturae trovino ascolto in questa legislatura.

*professore, già Ispettore tecnico USR Calabria