Finalmente ci sono i dati che confermano una tragedia nella tragedia, di cui però non parla nessuno: il Covid nelle carceri italiane.
Quasi 2mila contagi tra detenuti e agenti. Solo il Domani aveva evidenziato la mancanza di dati ufficiali: il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria forniva i dati al Garante dei detenuti e ai sindacati di polizia penitenziaria, che poi li pubblicavano senza cadenze stabilite.
Il ministero della Giustizia ha reso noto che pubblicherà sul proprio sito il monitoraggio dei contagi da Covid all’interno delle carceri, a cadenza settimanale.
Fino a oggi i dati non venivano resi noti direttamente dal ministero, ma il Dap li inviava ai sindacati di polizia penitenziaria e al Garante dei detenuti, i quali poi sceglievano come e quando divulgarli.
Il primo bollettino con i dati del 22 novembre, riporta che i detenuti positivi sono 809, di cui 766 asintomatici, 27 sintomatici curati in carcere e 16 ricoverati. Tra il personale i positivi sono 969.
Cifre da brivido che contrastano con la descrizione quasi pardisiaca che era stata sin qui fornita e che sollecita una domanda: come si fa a non avere in mente la condizione di chi decidiamo che debba stare recluso e poi pretenderne un rinsavimento? La civiltà è davvero un’altra cosa, umana e democratica. Tutto il resto è degno dei paesi dove ci sono le dittature.