La politica ambientale danese delle prigioni in affitto (ma i carcerati sono solo extraeuropei...)

La politica ambientale danese delle prigioni in affitto (ma i carcerati sono solo extraeuropei...)

In passato le potenze coloniali solevano inviare condannati a espiare la pena nelle loro colonie. La Gran Bretagna li inviava in Australia e la Francia alla Cayenna.

Che fatti del genere potessero accadere, con differenze che li rendono ancora più preoccupanti, nel XXI secolo dovrebbe apparire impossibile.
Eppure sta succedendo.

Con quello che il Ministro della Giustizia Nick Hækkerup ha definito uno “storico” accordo, la Danimarca, con il nobile fine di alleviare lo stress sul suo sistema carcerario, e assicurare “migliori condizioni al suo personale carcerario, sottoposto da anni a un pesante carico”, grazie alla sua capacità economica, affitta le prigioni di un piccolo stato balcanico, per recludervi 300 prigionieri.

Il caso non è totalmente nuovo, ma ciò non deve ingannare, in quanto riveste caratteristiche profundamente differenti dai due precedenti che si potrebbero ricordare, di affitto delle poco occupate prigioni dei Paesi Bassi (2010 Belgio e 2015 Norvegia). 
La Danimarca offre comunque garanzie ai paesi dell’Unione Europea. Non si tratta di cittadini europei, ma di extraeuropei che comunque dovrebbero essere deportati al compimento della pena. Inoltre l’affitto è coperto da fini nobili, energia verde, ambiente.

La Costituzione danese del 1953 non è certo un Manuale sui diritti umani, e invano un italiano cercherebbe in essa articoli come il 26 e il 27 della nostra Costituzione, ma la Danimarca appartiene all’Europa dove tali diritti vengono riconosciuti.

Sarebbe auspicabile che l’orgoglio nazionale che ha nutrito l’indipendenza del Kossovo, porti il Parlamento a respingere un accordo che relega quel paese, in cui, è bene ricordare, le prigioni sono occupate al limite della loro capacità, al ruolo di prigione di un altro e suoi cittadini a quello di secondini.

Se questo sciagurato accordo sarà ratificato, si legittimerà comprare altri diritti nazionali, coperti dalla foglia di fico delle politiche ambientali, del riscaldamento totale ecc. Si potranno persino rinviare a quei paesi immigrati irregolari (tanto dovrebbero essere espulsi).
Questo accordo è più di un accordo tra due stati sovrani. È un accordo che realizza un neocolonialismo che dovrebbe preoccupare tutti, in particolare i paesi di recente indipendenza, i cui cittadini sono trattati come merce e, invece di essere deportati nel loro paese di origine, lo sono ad un paese terzo.

Un elemento che aggiunge ulteriore preoccupazione e che per la sua assurdità andrebbe confermato è il seguente. La fonte della notizia è l’Agence France-Presse e come tale e stata ripresa da altre tre che abbiamo consultato (il Guardian inglese, eturbonews degli Stati Uniti e Deutsche Welle tedesca,). Testualmente essa recita: “stranieri condannati in Danimarca all’espulsione dopo aver espiato la pena”.
Quindi pena supplementare non prevista dai codici. Una Guantanamo kossovara-danese?