Messina, Reggio e l’area integrata dello Stretto: qual è la posta in gioco?

Messina, Reggio e l’area integrata dello Stretto: qual è la posta in gioco?
str     di DARIO MUSOLINO*- Il potenziamento dei servizi di trasporto tra le aree di Reggio e Messina per creare continuità territoriale, ossia l’area urbana integrata dello Stretto, è caldissimo, e rappresenta più che una priorità per le due comunità. Il dibattito è ampio e coinvolge politica e istituzioni, ma anche tecnici, esperti, accademici di fama internazionale.

Ma l’impressione è che ancora non sia stato affrontato un nodo cruciale: quali sono tutti i possibili benefici, per l’intera popolazione delle due aree urbane? La creazione di fatto di un’unica area urbana (da due città a una sola città) quali vantaggi potrebbe apportare non solo a chi ne è immediatamente interessato, come i pendolari, ma a tutte le altre fasce di popolazione e all’intera economia reggina e messinese?

Sono punti di rilievo per sbloccare delicati passaggi istituzionali ed allargare il consenso e il supporto attorno ad essi. Se la maggioranza della popolazione pensa che sia solo una minoranza a “guadagnarne”, il rischio è che l’azione non riscuota il consenso e la forza necessari per imporsi politicamente presso i decisori politico-istituzionali.

I vantaggi su cui ragionare, ossia da esplorare ed esaminare, per come la vedo io, si legano ad una parola chiave: economie di agglomerazione. Parola apparentemente complicata, in realtà intuitivamente semplice.

Vediamo un esempio: i cittadini di Reggio e Messina in quanto consumatori e utenti di servizi. Reggio e Messina, in quanto città di una certa dimensione, sono anche due grandi mercati di beni di consumo e di servizi. Il cittadino reggino fa la spesa, fa shopping, acquista determinati beni e servizi generalmente nella propria città. Lo stesso fa il cittadino di Messina. Ognuno di loro quotidianamente ha quindi di fronte a sé una scelta di supermercati, negozi di abbigliamento, alimentari, parrucchieri, eventi, ecc.. Una scelta non ridotta certamente, ma comunque limitata alla propria area urbana.

Supponiamo ora che da un giorno all’altro reggini e messinesi, grazie ad una effettiva integrazione si trovino a poter scegliere non tra centocinquanta negozi di alimentari, ma tra trecento; non tra cinquanta negozi di calzature, ma tra più di cento; non tra una cinquantina di super e ipermercati, ma tra più di un centinaio; e così via. Mi chiedo: ne deriverebbe qualche vantaggio per le due comunità? Probabilmente, sì, di due tipi: di varietà, e di prezzo. Più operatori sono presenti sul mercato di un determinato bene/servizio, più diversificata e ricca è l’offerta, più scelta è disponibile. E più operatori significa maggiore concorrenza, e quindi migliori condizioni di qualità e prezzo dei beni/servizi venduto.

Tra i settori da cui potrebbero scaturire più benefici, vale la pena segnalare in particolare quello dei servizi culturali e d’intrattenimento (teatri, cinema, mostre, nightlife, ristorazione, ecc.). L’offerta culturale e di intrattenimento è sempre più tratto distintivo e voce rilevante dell’economia delle aree urbane, e contribuisce non solo a migliorare la qualità della vita della popolazione residente, ma anche ad attrarre turisti, visitatori, studenti, e in generale persone da fuori.

Se i reggini, e i turisti presenti a Reggio, invece di dover scegliere tra una a due stagioni teatrali (gli anni in cui va bene!), possono scegliere ogni sera tra quattro o cinque cartelloni, grazie alla più consistente offerta teatrale messinese; e se sempre i reggini e le persone presenti a Reggio, quando decidono di andare al cinema, possono scegliere non tra poco più di cinque sale cinematografiche, ma tra più di venti sale (anche qui, grazia alla più corposa offerta cinematografica messinese); e se dall’altro lato i messinesi e i turisti lì presenti possono scegliere, in una sera d’estate o primavera, di lasciare Messina e raggiungere Reggio per alcune ore, anche di notte, e godere della Via Marina e di tutta la sua vita notturna (gelaterie, bar, locali sulla spiaggia, ecc.); allora se si realizzano queste condizioni è evidente il beneficio che si può avere per tutti coloro, residenti, turisti, studenti, ecc., che vivono la città in quanto grande contenitore di attività ed eventi culturali, e di intrattenimento.

Questi effetti derivanti dalla creazione di una grande ed effettiva agglomerazione urbana nello Stretto, evidentemente alla lunga non possono che accrescere non solo il benessere delle popolazioni locali, ma anche l’attrattività di entrambi i versanti, alimentandola reciprocamente.

Specularmente, i benefici ci sarebbero anche per gli imprenditori che godrebbero di un ampliamento del loro mercato potenziale, e potrebbero così realizzare economie interne importanti, ovvero ottenere numeri tali da affrontare e rendere convenienti vantaggiose riduzioni di prezzo ed accrescere la propria attività.

E’ solo un esempio dei vantaggi di agglomerazione in un’area dello Stretto integrata. Ma ne potrebbero essere fatti altri, su altri aspetti dell’economia, e della società, delle due città.

Attenzione, però. Qualcuno potrà dire, non a torto: la parola competizione è da usare con le pinze in realtà come quelle reggine e messinesi. C’è per esempio una cosa chiamata mafia, che evidentemente fa a pugni con il concetto di concorrenza. E inoltre non siamo certo in una delle aree più sviluppate del paese, nelle quali certi meccanismi di mercato per forza di cose si mettono in moto in modo più agevole. Questo è vero. Ma è altrettanto vero che solo con una effettiva integrazione territoriale si possono mettere le basi per far innescare certi meccanismi e far scaturire certi vantaggi, determinanti per aumentare il benessere di residenti, turisti e city-users. Ed è anche vero che è proprio nel momento in cui le comunità si aprono, si relazionano e si integrano, che si creano le migliori condizioni per superare culture e sotto-culture locali, quale quella mafiosa, retaggio di secoli di isolamento, chiusura, e diffidenza reciproca.

*Ricercatore CERTeT-Bocconi