COSENZA. Il decennio nero, ovvero guerra e pace tra Citrigno, Tursi-Prato e i Gentile

COSENZA. Il decennio nero, ovvero guerra e pace tra Citrigno, Tursi-Prato e i Gentile

Cosenza      di PARIDE LEPORACE - Per motivi di lavoro non ho avuto la possibilità di guardare il servizio tv di giovedì del sempre ottimo Sandro Ruotolo per "Servizio pubblico" di Michele Santoro che ha aperto finestre di non poco conto sulla storia politica di Cosenza. Dopo averlo recuperato sul sito della trasmissione http://www.serviziopubblico.it/2014/03/i-gentile-e-lora-della-calabria/ provo a trarne qualche riflessione sulla famiglie che dominano la città da circa trent'anni.

Ricordate la grande baraonda che si era creata qualche settimana fa sulle telefonate dello stampatore De Rose ai Citrigno? E poi il successivo tiro al cinghiale scatenatosi dopo l'incredibile nomina a sottosegretario di Tonino Gentile, costretto a presentare le dimissioni dalla barricata social che si è incontrata con la crociata di giornaloni nazionali e talk show di successo?

In quei giorni il moloch della libertà di stampa da un lato e gl'interessi di cordata contro il partito di Alfano e il premier Renzi avevano fatto diventare la vicenda una news più rilevante della Crimea. Oggi le condizioni di contesto sono cambiate e sebbene più gravi dell'episodio precedente non hanno fatto uguale rumore le dichiarazioni a Sandro Ruotolo rilasciate da Piero Citrigno nella villa dove sta scontando una condanna definitiva per usura.

Citrigno ha raccontato fatti e contesti che ben conosco per aver fatto il cronista a Cosenza. E' la storia del forte Partito Socialista cosentino (la più alta percentuale d'Italia in quella provincia negli anni 70-80) che cambia e muta antropologicamente costumi e comportamenti ricevendo il plauso incondizionato del nascente craxismo in ascesa. Nel servizio trasmesso da Santoro sono apparsi in scena l'imprenditore faccendiere Piero Citrigno e l'ex consigliere regionale Pino Tursi Prato, altro condannato definitivo con pena scontata e che più volte ha tentato di far pagare a suoi vecchi alleati politici un conto salato.

Erano i tempi di De Magistris e anche allora qualche eco si sentì nel deserto. Ora registriamo il pentitismo da circo mediatico. Piero Citrigno, alle corde da condannato, insieme a Pino Tursi Prato ritrova vecchi scheletri d'armadio dei fratelli Gentile. Abbiamo così un riscontro storico su come si edificarono a Cosenza le ville dei Gentile e come nacquero certe fortune economiche. Prestanomi, occupazione della sanità pubblica dai tempi in cui si chiamavano Usl, assunzioni, piani regolatori utili ad affari con tanti zero e senza regole.

In effetti i ragazzi del boss Franco Pino avevano messo solo dei manifesti in favore di Tursi Prato in cambio di qualche diecimila lire e buoni benzina. Il Monopoli con Viale dei Giardini era dei nuovi ricchi. Io non so se questi fatti lontani siano d'interesse per l'azione penale. Spero che qualcuno almeno ci ragioni a Palazzo di Giustizia su quegli anni in cui i predecessori dei magistrati attuali (ormai tutti morti) fecero del loro tribunale un porticciolo delle nebbie.

Per lunghi anni Tangentopoli a Cosenza interessò poche questioni risolte in assoluzione e l'attivismo di magistrati Spagnuolo, Luberto, Sirianni venne presto emarginato dai loro superiori. La polpa che racconta oggi Citrigno non venne mai fuori. Tursi Prato era l'unico sparring partner che beccava cazzotti. Forse era troppo irruente. I Gentile in questo palio da gentiluomini lo incastrarono una prima volta negli anni Ottanta su una presunta tangente per lavori pubblici. Per farvi un'idea potete leggere la cronaca di Repubblica del tempo firmata da Pantaleone Sergi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/06/26/cosenza-ex-capogruppo-psi-arrestato-per-concussione.html.

In quel periodo credo che Citrigno aiutasse i Gentile contro Tursi Prato. Tutto sommato si tratta di una compagnia di giro con posti intercambiabili. Giacomo Mancini definì quel periodo cosentino "il decennio nero". Erano gli anni in cui Gratteri e Calipari molto giovani indagavano sulla Cassa di risparmio che a breve avremmo perduto in favore di banche del Nord. Nel Psi quando Tursi Prato o Gentile vennero esclusi dalle liste socialiste in tornate diverse trovarono ospitalità nel Psdi e il claim manciniano dedicato al segretario nazionale saragattiano fu: "Cariglia niente lascia tutto piglia".

Tonino non diventò senatore e io sparai su Telecosenza un video rap sullo spot gentiliano del 1992. Montai anche "Povera patria" di Battiato sugli spot degli eletti in Calabria. Giacomo Mancini senior dopo 4 decenni non era più in Parlamento e allora la rottamazione non era un verbo. Forse questi antichi fatti per la prosa giudiziaria sono reati prescritti. Quindi, meglio non perdere tempo su inutili processi. Ma la ricerca storica e la cronaca nuova del buon giornalismo provino a capire come funzionò il cemento del potere nelle città del Sud per evitare tragiche ripetizioni. Ho voluto qui ricordare come alcuni potenti, ricchi di denaro e consenso ma poveri di buone pratiche, misero le mani sulla mia città.