Tra il 1997 e il 2010 l’intera tratta viene però dismessa e abbandonata per ragioni economiche e strutturali.
Oggi, dopo tanti anni, è possibile scoprire parte di questo vecchio percorso – da Moccone al valico di San Nicola – viaggiando in antiche carrozze d’epoca, accompagnati da paesaggi mozzafiato, trainati da una locomotiva a vapore che sviluppa una potenza di 800 cavalli.
La Regione Calabria, con l'impulso determinante di Mario Oliverio, e la società partecipata Ferrovie della Calabria hanno investito risorse e tempo per far sì che il Mastodonte della montagna, così viene chiamato il treno, tornasse a sbuffare e fischiare come un tempo.
Varie le operazioni che hanno accompagnato la volontà istituzionale: disboscamento e pulizia dei binari, restauro delle carrozze, messa in sicurezza del tragitto.
“Le nostre maestranze hanno smontato le carrozze pezzo per pezzo, sostituito i componenti deteriorati e ricostruito originariamente i vagoni”, racconta Fedele Sirianni, capostazione delle Ferrovie della Calabria dal 1981 e oggi uno dei tanti appassionati ferrovieri in servizio sulle carrozze.
“La locomotiva a vapore è del 1926, prodotta dalla ditta tedesca Borsig ed entrata in esercizio nel 1931 sulla Ferrosilana. La tratta percorsa ha molte particolarità. La gente ci ringrazia e noi lavoriamo con passione. È la storia della mia famiglia”.
Prendere il treno della Sila riporta così indietro nel tempo, ma non con tristezza: i ferrovieri riforniscono d’acqua la vaporiera, la girano sull’antica piattaforma nella stazione di arrivo (per ora a San Nicola), pendono dalla balaustra esterna del vagone come nei film di Indiana Jones. Turisti, viaggiatori e curiosi non si sono fatti perdere l’occasione e le corse programmate quest’estate hanno registrato il tutto esaurito.
Ora l'attesa è per i viaggi invernali, con la neve, che già ora ti porta fino alla stazione più alta d'Europa, nei pressi di Silvana Mansio, a 1400 metri sul livello del mare, ma soprattutto sul possibile prolungamento del percorso fino a San Giovanni in Fiore. Sarebbe davvero come ritornare indietro nel tempo ma anche consegnare a tutta la Sila una chiave vera di promozione turistica.
Con il passare degli anni e con l’avanzare del trasporto pubblico su gomma, infatti, il treno della Sila ha perso la sua funzione sociale, che era quella di far spostare i pendolari di paese in paese. La ferrovia silana, inoltre, collegava il comprensorio montano e pedemontano a Cosenza città. La capacità delle istituzioni e dei cittadini ora sta nel custodire e promuovere il valore storico di questa locomotiva sbuffante.
Un viaggio slow in uno dei territori più suggestivi d’Italia. L'augurio, a questo punto, è che questa bella esperienza possa avere forza espansiva e non risolversi in una stagione.