I GIALLI. Saigon e il Vietnam: Il Simpatizzante di Viet Thanh Nguyen

I GIALLI. Saigon e il Vietnam: Il Simpatizzante di Viet Thanh Nguyen

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"Erano quasi le nove mentre attraversavamo quella metropoli in piena regola che era il complesso dell’aeroporto… un’autentica città che sorgeva all’interno di Saigon…
Si può sapere cosa sta succedendo? È un casino infernale.  Claude sospirò. Niente di insolito. Una situazione di merda che dobbiamo affrontare tutti i giorni. Non esiste una sola persona che non cerchi di portare via di qui tutti i suoi parenti, i cuochi, le fidanzate…
Non appena Claude se ne fu andato, tornai in mezzo ai fuggiaschi. Un marine con un megafono borbottava chiedendo loro di distribuirsi su più file, ma mettersi in coda era una cosa innaturale, per i nostri compatrioti. L’atteggiamento consueto, in situazioni dove la domanda era molto più alta dell’offerta, consisteva nello sgomitare, spingere, ammassarsi e tentare di farsi largo. In caso di fallimento passavamo alle offerte in denaro, alle lusinghe, alle esagerazioni o alle menzogne in piena regola…
Eravamo stati costretti ad adattarci a una bolla economica di dieci anni, alimentata esclusivamente grazie alle importazioni dagli Stati Uniti; a tre decenni costellati di guerre…
I marines si erano piazzati sul muro di cinta, e respingevano chiunque tentasse di arrampicarsi…. Ogni tanto salivamo anche noi sul muro di cinta o andavamo davanti ai cancelli, cercando le persone che lavoravano per noi… E così, cercavamo le persone con gli occhi, sventolavamo una mano, loro ci guardavano, facevano segno di averci visti, ma dopo un po’ non ci restava altro da fare che distogliere lo sguardo e andarcene…

Aiutatemi, sono un interprete, ce ne sono altri settanta a questo indirizzo, tirateci fuori. Aiutatemi, abbiamo cinquecento persone nel compound, tirateci fuori. Aiutatemi, qui alla logistica siamo in duecento, tirateci fuori. Aiutatemi, siamo in cento qui alla CIA, tirateci fuori. E volete saper una cosa? Nessuna di quelle persone è riuscita a scappare…"

Queste pagine sembrano scritte oggi da un cronista oggi a Kabul. Invece sono state scritte nel 2015 e si riferiscono all’aprile 1975, ai giorni dell’evacuazione di Saigon, oggi Ho Chi Minh City.

“Il Simpatizzante” è un romanzo scritto da Viet Thanh Nguyen. I temi trattati sono tanti e tutti approfonditi nelle loro contraddizioni: la guerra esportata e la resistenza; le ragioni degli uni e quelle degli altri; il rapporto tra occidente ed oriente; il colonialismo e la liberazione; l’indipendenza e la libertà; l’amicizia e la fedeltà.

Il romanzo, che è valso all’autore il premio Pulitzer per la narrativa del 2016, non è un giallo classico, anche se ne ha tutte le caratteristiche di base. Il protagonista è un Capitano della Polizia Nazionale del Vietnam del Sud, uomo di fiducia del Generale capo di tutta la Polizia. Ma il Capitano è, in realtà, una spia, un dormiente, un uomo con due facce che fotografa in segreto ogni rapporto e dispaccio e li invia al suo addestratore tra le fila Vietcong. Del Capitano viene ricostruita la storia, ma non si conoscerà mai il nome.

Il romanzo analizza le interazioni dinamiche tra gli opposti proponendo sintesi più avanzate. Le dinamiche vanno da quelle interiori del protagonista alle grandi questioni internazionali, ed accanto a queste dinamiche c’è il racconto della vita di Saigon con le sue complessità, la vita normale di una città in guerra, e poi la vita normale di una città del dopoguerra.

Ed il romanzo racconta anche la produzione di un film sulla guerra del Vietnam. La descrizione di alcune scene rimanda ai grandi film sul Vietnam: Platoon di Oliver Stone per il soggetto, Apocalypse Now di Ford Coppola per alcuni passaggi e per la figura stessa del regista.

L’autore vive negli Stati Uniti e riesce a raccontare i due punti di vista opposti sulla guerra, in modo approfondito ed argomentato, mantenendo sempre sullo sfondo il tema della inutilità della guerra.
L’ultima parte si basa sul confronto tra indipendenza e libertà, analizzate non in uno scenario astratto da terrazza romana, ma in uno scenario reale, fatto di napalm e di corruzione, di scarso valore della vita umana.
Lo stesso romanzo delinea anche alcuni tratti che hanno portato il Vietnam ad essere oggi uno degli Stati commercialmente più forte negli scambi internazionali, di tutta l’Asia.

La critica ed i lettori sono fortemente divisi sul giudizio, e ciò sta in linea con tutte le contraddizioni che il libro presenta e discute, a partire dal protagonista ad un tempo europeo ed asiatico. Forse per questo motivo è un libro che non può mancare a chi vuole capire cosa è stato nel recente passato, cosa è oggi e, per certi versi, cosa sarà domani il sud-est asiatico.
*Università di Reggio Calabria