Il titolo della raccolta indica chiaramente che si tratta di poesie d’amore. In questa pubblicazione Zavettieri apre il suo cuore e lascia trapelare quanto gli pulsa dentro. Lo manifesta a chiare lettere nella dedica, lì dove afferma che riserva i versi a sua moglie Giovanna, “perché, dal primo all’ultimo, altro non sono che i gradini della scala che mi ha condotto a lei, approdo ideale e reale del mio itinerario amoroso”.
Strutturalmente il volume è diviso in due parti. Nella prima sezione sono racchiusi tutti i tentativi, gli approcci, i contatti, le iniziative, con i quali Zavettieri ha sperimentato la bellezza e anche le difficoltà del sentimento d’amore. Nel componimento Mano nella mano la desiderata alla fine preferisce camminare in un altro giardino con la speranza di trovare forse solidità, cura, maturità, gentilezza, sicurezza, attenzione. Situazione capovolta nella poesia Ho visto un cielo azzurro, dove sul punto di prendere una decisione irreversibile, l’amato si allontanò senza dare spiegazioni. Anche qui tante domande (dubbi, perplessità, paura), nessuna certezza. In Lasciai cadere la “fragilità” della donna lo conquistò. Lui forte cedette a chi era debole. La situazione fa venire in mente il brano di San Paolo “Quando sono debole è allora che sono forte” (2Cor. 12,10) e il verso di Orazio: “Graecia capta ferum victorem cepit” (2Ep. 1,156). La fragilità non si evolvette nel tempo in solidità, nonostante i richiami letterari. Vien da supporre che il protagonista non si accontentasse dell’effimero, del passeggero, del momentaneo. Voleva qualcosa di più. Questa porzione si chiude con la poesia Il perenne timore, che codifica la possibilità di potere sbagliare.
Nella parte restante la paura è definitivamente scomparsa. La perla è stata trovata e identificata nella amatissima moglie, definita, come riportato sopra, dall’autore “approdo ideale e reale del mio itinerario amoroso”. A lei Zavettieri si è applicato con tutte le sue forze per darle splendore. Dall’amata ha anche ricevuto molto, come lascia intendere in Tu sei la luce, quando le riconosce il merito di avergli colorato la vita, che prima era “una foto in bianco e nero”. Il mondo interiore dell’amata si manifesta nel sorriso “dietro il fruscìo di morbide ali”, di cui nel componimento Complicità. All’alba trasmette vitalità, al tramonto riesce a dare ristoro. Il suo sorriso comunica gioia, soprattutto nelle ricorrenti festività. Alla bisogna riesce a cancellare ricordi non belli. In sintesi il di lei sorriso è dolce come “il miele di roccia, giusto il Salmo 81. L’amore vero comunica soprattutto con gli occhi, talvolta languidi, “gomitolo di gioia” continua, riflessi di luce, “limpido cielo” proprio e “infinito nitido cielo” altrui.
Fonte di grandi emozioni, si specchiano nelle onde, se mi è permesso di specificare, del nostro meraviglioso mare greco calabro, atti a rendere nitido il proprio e l’altrui empireo. Molto tempo ha impiegato l’autore e numerosi tentativi ha esperito fino a raggiungere l’amore vero, talmente vero da renderlo pubblico. Per cogliere nella sua interezza la totalità di questo legame, notiamo che siamo in un contesto cristiano, dove l’amore è sublimato dal Sacramento del matrimonio, che rende sacra l’unione psicofisica tra un uomo e una donna. Tante altre osservazioni si potrebbero fare soprattutto sulla poetica dell’autore. Non mancherà l’occasione. Al momento questa presentazione stringata per far sapere della pubblicazione del volume del nostro stimato poeta Antonio Zavetteri, che ringrazio per avermi concesso l’onore di vergare la prefazione. Per ovvi motivi ho letto e riletto tutti i componimenti. Confesso che mi sono piaciuti. Lo consiglio.
*Antonio Zavettieri, Itinerario amoroso. Amazon editore, € 10,40