dell'acqua”, poi nel 1996 “Il cane di terracotta”, e “Il ladro di merendine”, nel 1997 “La voce del violino”. La quadrilogia iniziale di Montalbano rilancia alla grande la lettura e la vendita dei libri in Italia, nel sospetto dei salottieri.
Nel 1999 vengono prodotti i primi due episodi per la RAI: Il ladro di merendine e la voce del violino. Nel 2000 gli altri due: La forma dell'acqua e Il cane di terracotta. Viene modificata la sequenza con cui sono usciti i libri. Camilleri dubitò della scelta di Luca Zingaretti, da parte del regista Sironi, ma la scelta si è dimostrata alla lunga pienamente vincente.
La Piovra, serie cult degli anni ’80 e ’90, che ha raccontato agli italiani le evoluzioni più tragiche della mafia, va lentamente in soffitta, nel 2001 viene trasmessa l’ultima miniserie, composta da due puntate. Nel 1999, quasi come con un passaggio di testimone, ha inizio Montalbano.
Salvo Montalbano è un Commissario di Polizia, capo del commissariato di Vigata. Paese immaginato da Camilleri, accostato nei libri a Porto Empedocle, nella fiction televisiva reso con immagini di Modica, Scicli ed Ibla. Montalbano agisce in una piccola realtà urbana, sente il peso della mafia, di quanto accade in tutto il Paese, memorabili le riflessioni sul G8 di Genova, svoltosi nel 2001 e ripreso ne “Il giro di boa” del 2003. Montalbano ad Augello, il suo vice: «Non mi sento tradito. Sono stato tradito! Fabbricare prove false... oohh! Ma sai quale è la cosa peggiore? Che prima di Genova c’era stata Napoli. E lì il governo era di un altro colore».
Montalbano è un uomo del suo tempo, basta auto corsaiole, niente Giulie, Alfette, BMW, Montalbano ha una Fiat Tipo, che riesce pure a lasciarlo appiedato. Montalbano non lavora in una grande questura, ma in un commissariato di provincia, come il capitano Bellodi del giorno della civetta. Non vive nemmeno nel centro di Vigata, ma in una casa in affitto in una frazione di Vigata. I film televisivi ci raccontano tanto di Montalbano, della sua eterna compagna, degli amici di infanzia, del difficile rapporto con il padre, della maestra che lo ha seguito da piccolo. I film esaltano quello che Camilleri aveva già messo a piene mani nei romanzi: il paesaggio siciliano sia quello naturale che quello costruito.
Il paesaggio è probabilmente uno dei personaggi principali dei film. La piazza di Ibla, lo slargo del Municipio di Scicli, le chiese di Modica, il mare, i vigneti, i campi di cereali, divengono compagni degli
spettatori, insieme alle splendide ville di campagna ed ai casolari più nascosti forniscono quinte che nemmeno gli studios Hollywoodiani potrebbero meglio creare. Montalbano separa le cosche locali dalle mafie internazionali e riesce a farsi beffe delle une e delle altre quando operano a Vigata.
La serie principale è stata prodotta dal 1999 al 2021. Alla morte di Sironi la regia è passata a Luca Zingaretti. Un cast notevole: Luca Zingaretti (Montalbano), Cesare Bocci (Augello), Peppino Mazzotta (Fazio), Angelo Russo (Catarella), Isabell Sollman (Ingrid), Marcello Perracchio (Pasquano), Roberto Nobile (il giornalista Zito), e poi nel ruolo di Livia Katharina Böhm, Lina Perned, Sonia Bergamasco.
Di Montalbano sono stati prodotti 37 episodi, nessuno è su RaiPlay, anzi quando la RAI è in difficoltà rispetto alle altre reti mette subito in onda Montalbano e immediatamente lo share aumenta all’inverosimile. Tra il 2012 ed il 2015 vanno in onda due miniserie da 6 episodi ciascuna per la regia di Gian Luca Maria Tavarelli: il giovane Montalbano.
Le miniserie costituiscono a tutti gli effetti un prequel della serie principale. Nel Prequel Michele Riondino è Salvo Montalbano e Sarah Felberbaum la sua fidanzata Livia. Andrea Tidona è Carmine Fazio padre di Giuseppe Fazio primo collaboratore di Montalbano nella serie principale, qui interpretato da Beniamino Marcone.
Anche per Montalbano è possibile rintracciare un filo che lo collega al teatro greco classico. E il filo parte da uno slogan in voga nella Bologna di fine anni 70, con la contrapposizione netta tra l’autonomia e gli indiani in città, movimento degli studenti bolognesi. Uno degli slogan più importanti degli indiani era “una risata vi seppellirà”. Slogan che si fa risalire al secolo precedente. Una risata vi seppellirà è una riscrittura del “re è nudo”. Montalbano sbeffeggia la mafia, ne considera il potere brutale, ma ne svela
l’immagine ottusa, gli interessi biechi; niente aura di grandezza alla “il padrino”, solo soperchierie, mafiosi gradassi con gli umili e sbavanti con i forti. Niente Robin Hood solo uomini truci, perfidi, sanguinari.
Ci piace ricordare Aristofane. Dopo Euripide non si poteva dire più nulla sull’uomo, bisognava fare il salto di qualità e sbeffeggiare i potenti, gli ottusi, i portatori di interessi biechi, i parolai, e Aristofane lo fa, nel momento più difficile della democrazia ateniese, vive la guerra del Peloponneso e la disfatta della spedizione in Sicilia. Con Aristofane il cerchio si chiude, la tragedia non può dire più nulla, adesso le armi per attaccare il potere sono nella risata.
Quanto c’è da sorridere oggi nel vedere il Potere che organizza una ferrovia ad Alta Velocità a … zig-zag.
Della serie principale non è disponibile alcun episodio su RaiPlay. Sono disponibili invece tutti gli episodi del giovane Montalbano. A partire da “la prima indagine di Montalbano”, girata nella prima parte a Sperlinga, in provincia di Enna, e nella seconda parte nei luoghi della serie principale. Un episodio di Montalbano è sempre un valido impiego del tempo, un codice per imparare a sorridere del Potere continuando a lavorare con l’etica della responsabilità.
*Prof UniRc