Reggio, vi prego, affidatela alle donne

Reggio, vi prego, affidatela alle donne

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di TIZIANA CALABRO' - Consegnatela alle donne. Intendo la città, la mia città. Affidatela alle loro mani pietose. Riconoscetelo una buona volta che avete fallito. Ehi parlo con voi

signori in giacca e cravatta. Che poi dico, che ve ne fate ormai di questo posto scarnificato, spolpato, violato dentro e fuori, ripiegato sul suo dolore, incattivito dalla brutalità e dalla menzogna. Come una femmina a cui hanno oscurato l’anima e di cui si intuisce appena la bellezza sfiorita.

Consegnatela alle donne e indietreggiate fino a sparire dietro un angolo qualsiasi. Consegnatela al loro talento consolatorio, al loro modo unico di stare dentro le cose del mondo e sentirle con la forza rivoluzionaria e destabilizzante dell’empatia. Consegnatela alla loro vulnerabilità, con cui da sempre ricercano la verità. Lasciate che siano loro a prendersi cura di questo corpo debole, abortito dalla invasione brutale di mani mercenarie. Lasciatela alle donne, a quelle che pensano come le donne, agiscono come le donne, curano come le donne, stanno qui e ora come le donne. Non alle donne-brutta copia di modelli maschili dentro i quali si confondono, perdendo così la loro identità. Lasciatela a chi può curarle l’anima e nutrirla attaccandola al seno della pietà.

Affidate la città alle donne, che la rimettano al mondo, la partoriscano dal ventre fecondo della loro memoria femmina, con il dolore di chi sa che può contenere dentro il proprio respiro, il peso e il battito di un altro respiro.

E se è vero che il Sindaco gentile di troppi anni fa era un uomo, guardate attentamente il suo sorriso. Quello era il sorriso di una madre.