Il futuro, abuso lessicale dei politicanti venditori di padelle. CALABRO'

Il futuro, abuso lessicale dei politicanti venditori di padelle. CALABRO'

futuro

di ANTONIO CALABRO' - In questa campagna elettorale, o meglio in tutto questo periodo politico e storico, si registra un continuo richiamo, un

continuo motteggio, una nenia dilagante, un tormento per cervelli e cuori, tutto all’insegna di una parola chiave, della parola principesca che fa breccia nell’immaginario collettivo: Futuro .

A Reggio la miriade di candidati straparla dei tempi che verranno. Il futuro della città. Il futuro dei nostri figli. Il futuro che dobbiamo costruire. Il futuro dovrà essere migliore. Frasi fatte in sequenza, generate forse da quei programmi- giocattolo che simulano l’intelligenza. O forse scovate nell’involto dei cioccolatini.

Futuro per tutti ! Faremo questo, faremo quest’altro. Il futuro dipenderà dalle vostre scelte responsabili. Mettete una mano sul cuore e pensate al futuro.

E, sempre con questa parolina magica, si terrorizzano i codardi: un futuro nero, il futuro sarà terribile, e, soprattutto, “non c’è futuro”, frasi lasciate cadere così. Gli occhi rivolti al cielo come asceti illuminati direttamente dal Padreterno.

Squarciamo il velo, allora. Cari trafficanti di parole ad uso e consumo vostro, cari pusher di illusioni che vi fate pagare a peso d’oro, cari veggenti illuminati da sapienze economiche, politiche e sociali, rassegnatevi: le vostre parole sono come le frittole di Settembre, il vostro richiamo al futuro è una bolla si sapone, il vostro invito a pensare o sperare in una vita migliore, o a tremare di fronte ad un divenire orribile, sono soltanto trucchi di quart’ordine di un prestigiatore dilettante.

Il futuro se ne frega di voi, e di noi. Il futuro non esiste. Il futuro è una trappola maledetta da chi crede nella libertà, e benedetta dagli ammaestratori di bestiame umano.

Ciò che accadrà non dipende da voi, e non dipende da nulla di ciò che dite. Quello che voi spacciate è solo il metodo per continuare a dominare il presente. Il futuro inteso dai politicanti, dai predicatori, dai guru televisivi, dai furboni della porta accanto, è sempre e soltanto una trappola per topi.

Cari giovani, non abbiate paura. Il tempo è uno spazio aperto di fronte a voi. Aperto, e vuoto. Sta a voi riempirlo. Non state a sentire le frottole dei mangiapane a tradimento. L’uomo ha sempre trovato, e continuerà a farlo, la formula per il proprio adattamento. Non ci sarà catastrofe sufficiente a piegare la voglia di fare. Non sognate più : progettate. Non illudetevi: agite. I bambini sognano, i bambini si fanno tracciare il futuro da genitori fin troppo apprensivi ed egoisti. Siate adulti. Non credete a chi vi parla di futuro. Sceglietela voi la vita che più vi piace. Siate coraggiosi.

Affidatevi piuttosto al presente. Questo è il vostro presente, questa è la vostra realtà, e con questa dovete fare i conti. Lasciate la parola super abusata ai venditori di padelle. Non permettetegli di fregarvi.

Datevi da fare. Il mondo che conoscevamo, quello fondato sul posto fisso, sullo stato che assiste, sui potenti che lanciano l’osso ai cagnolini scodinzolanti, è in crisi dalle fondamenta e scricchiola forte.

Dategli una spallata. Partendo dal presente, e senza pensare al futuro. O se volete, pensate al futuro ineluttabile di ciascuno di noi. Dentro una cassa. Quello è l’unico futuro certo di cui potrebbero blaterare i grandi uomini. Il resto è soltanto un abuso lessicale.