NICOLO’ (Fi). Per il referendum Renzi come Lauro mezzo secolo fa

NICOLO’ (Fi). Per il referendum Renzi come Lauro mezzo secolo fa
Sa tanto di  …‘voto a rendere’, la strategia di offerte e di pressing attuata negli ultimi tempi da Matteo Renzi, soprattutto verso i governatori regionali in vista del referendum del 4 dicembre. Nei confronti del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, poi, il gioco di Renzi è riuscito a piegare anche i residui tentativi di resistenza, facendogli subire il perdurante commissariamento della Sanità regionale e imponendogli un ruolo di attivissimo propagandista della campagna per il ‘si’: due penitenze che inizialmente vedevano un Oliverio recalcitrante, ma infine ammansito”. E’ quanto afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò ricordando che “come ha svelato platealmente l’altro giorno il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, Renzi sta promettendo piogge di finanziamenti e di erogazioni di danaro pubblico ai governatori e in generale agli amministratori pubblici in cambio di una forte mobilitazione in favore del Sì al referendum”.

Renzi ha sicuramente ragione a preoccuparsi – prosegue Nicolò – perché non solo i sondaggi ma gli orientamenti e i sentimenti dei cittadini gli dicono forte e chiaro che la sua falsa riforma istituzionale verrà bocciata. Forse il premier punta a limitare la sconfitta, contenendo il divario che preannuncia una sonora trombatura. Ma i suoi giochetti si fanno giorno dopo giorno più pesanti man mano che si avvicina la data della consultazione referendaria”.

Purtroppo – aggiunge l’esponente politico – volenti o nolenti, sindaci, assessori e presidenti di Regione con enormi difficoltà a dar risposte ai cittadini ed alle fasce sociali più deboli per le politiche di Renzi, messi alle strette si lasciano alle spalle ogni riserva di orgoglio e cedono alle pressioni del premier che li blandisce con pressioni fortissime e promesse luminose. Si tratta di metodi che ricordano molto quello che accadeva a Napoli in una memorabile campagna elettorale di oltre mezzo secolo fa. C’era Achille Lauro, con i suoi galoppini, come venivamo chiamati allora, che distribuivano pasta e farina nei quartieri popolari. Si parlò di distribuzione di metà banconote da mille lire e della celeberrima scarpa destra, l’altra metà o la scarpa sinistra veniva consegnata dopo il voto. Malcostume politico, sicuramente, al limite del ricatto. Anche se bisogna riconoscere che l’armatore Lauro, il famoso ‘Comandante’, spendeva soldi propri. Non usava strumenti e danaro pubblico come invece accade oggi”. ​