Suo figlio Matteo è morto esattamente cinque anni fa e la madre, Paola Armellini, non ha ancora ottenuto giustizia. Anzi: il processo che deve accertare le responsabilità della sua morte è in fase di stallo e tra soli tre anni arriverà la prescrizione. Matteo era un rigger, quel giorno di 5 anni fa stava svolgendo il proprio lavoro ed è stato schiacciato dal crollo del palco durante l'allestimento del concerto di Laura Pausini. "All'inizio mi è stata offerta una cifra, erano pronti gli assegni in aula, io ho rifiutato perché ritenevo necessario far uscire le responsabilità", racconta. E ora, i suoi sforzi di far accertare le responsabilità della morte di suo figlio Matteo potrebbero essere completamente vanificati. Il processo per omicidio colposo iniziato a Reggio Calabria nel 2014, ha raccontato Paola Armellini dai microfoni di Radio Articolo 1, sta incontrando "molte difficoltà e io - dice - ho molti interrogativi: il mio grande timore è che, dovendo affrontare tre gradi di giudizio, questo processo non andrà in porto perché arriverà la prescrizione. Siamo ancora agli interrogatori ai testimoni" e "la parte tecnica ancora non è stata toccata". Un percorso ad ostacoli: "un giudice e due pm sono stati trasferiti e, quando cambiano gli incaricati, i testimoni devono essere riascoltati, visto che c'è stata la richiesta della difesa, con tutte le difficoltà di far arrivare le notifiche. Nelle ultime due udienze una è andata a vuoto, in una è stato ascoltato un solo testimone. Ci saranno ancora ritardi. La prossima udienza sarà il 10 aprile, si spera che per allora le notifiche arriveranno...". E al dolore si è aggiunta l'amarezza. Dopo aver raccolto 133mila firme con una petizione sulla sicurezza sul lavoro tramite la piattaforma change.org e averle consegnate al ministro del lavoro Cesare Poletti, non si è mossa una foglia. "E' stata una sconfitta - afferma - sono state consegnate l'anno scorso al ministro Poletti ma non so cosa è successo o cosa succederà, per ora nulla".