CORSIVI. La stanca politica e i calabresi quando il voto inventa l’acqua calda: il Pd coi 5s perde, da solo vince

CORSIVI. La stanca politica e i calabresi quando il voto inventa l’acqua calda: il Pd coi 5s perde, da solo vince

Solo 4 calabresi su 10 sono andati a votare e tre hanno deciso per il taglio dei parlamentari: sono troppi 20 deputati e 10 senatori. Così il sì nella regione ha ottenuto un risultato record del quasi 78 per cento, percentuale di gran lunga superiore a quella nazionale e seconda solo a quella del Molise.

Il dato, anzi i due dati (basso numero di votanti e trionfo del sì) qualcosa dicono e anzi confermano: la stanca politica calabrese non appassiona più e cresce disaffezione se non avversione vera e propria.

  Per il resto ha ragione il direttore di Zoomsud: in questa tornata elettorale chi ha perduto molto di più di tutti gli altri è stato sicuramente il M5s. Non ci si faccia ingannare dalla vittoria del sì al referendum e dal taglio dei parlamentari. A parte il fatto che quel sì ha molti padri – Salvini, la Meloni, Zingaretti - è innegabile che dalla presunta vittoria i 5s non potranno ricavare alcun vantaggio se non un po’ di propaganda destinata a rivoltarsi contro quando si capirà che il taglio, nel modo in cui è stato fatto e lasciando inalterata la barbarie del bicameralismo perfetto per cui Camera e Senato fanno la stessa cosa, produrrà solo complicazioni al paese.

E ancora: Il secondo perdente è certamente Salvini. Il buon risultato della Lega coincide, paradossalmente, con il colpo ricevuto da Salvini. Rispetto a prima vede ancora più indebolita la sua leadership dentro la Lega che a sua volta si vede indebolita rispetto al resto della coalizione. Il Veneto di Zaia, la Lombardia (Fontana a parte) e i pezzi del Nord più profondo, verificano che senza Salvini erano riusciti a imporre i referendum per l’Autonomia differenziata, mentre con la svolta nazional-populista salviniana sono stati costretti a frenare.

 Anche su Zingaretti il direttore ha centrato: difficile  decidere se scriverlo nell’elenco dei vincenti, dei perdenti o di quelli per i quali bisogna aspettare per vedere come andrà a finire. Certo, Salvini lo ha aiutato parecchio. In fin dei conti la Toscana, La Puglia e la Campania sono “soltanto” regioni del Csx “soltanto” riconfermate. Ma l’impostazione ruvida e presuntuosa di Salvini ha fatto di tre riconferme tre impensabili miracoli politici (che nascondono la perdita delle Marche) e suggeriscono l’ipotesi che Zingaretti sia l’uomo del futuro. Ma le cose, anche in questo caso, sono più ingarbugliate. Sembra venir meno, nel Csx, quella che una volta si chiamava “capacità egemonica”. Nessuno in quell’area al momento sembra in grado di promuovere un reale processo politico unitario dell’alleanza. Pd e 5s sono insieme nel governo ma restano furiosamente contrapposti nello scontro politico quotidiano che ogni giorno si consuma nei Comuni, nelle Regioni e in altri mille posti dove nasce e si fa la politica. Marche docet. Alleanza governativa e contrapposizione nella società non possono reggere a lungo. Il voto non ha risolto il Problema.

Questa è la vittoria dei Presidenti uscenti, non dei partiti... Il consenso delle liste civiche dei Presidenti di Regione indicano questo segnale.

Ricordiamo che il Pd di Nicola Zingaretti ha sempre contrastato la ricandidatura dei Presidenti uscenti, con tutti i suoi mezzi possibili, cercando di imporre candidature che piacessero ai grillini (Calabria docet). Anche su questo, oggi si svela l'ovvio: il Pd con i cinque stelle perde mentre da solo vince.