L'INTERVENTO. L'Autonomia differenziata e la reazione degli italiani

L'INTERVENTO. L'Autonomia differenziata e la reazione degli italiani

Sicuramente senza volerlo, Salvini e Calderoli un primo risultato l’hanno ottenuto. La contrastata legge sull’Autonomia differenziata sta realizzando una sorta di alfabetizzazione di massa in Diritto Costituzionale e in Storia del Risorgimento Italiano.

Ne è un chiaro e inequivocabile segno non solo la dilagante voglia di Referendum, che in pochi giorni ha visto raggiungere e superare il quorum di 500 mila firma di cittadini, che reputano la legge promossa dalla Lega e supportata dalla maggioranza che sostiene il Governo Meloni, un vero attentato all’Unità politica, sociale ed economica del paese. Con la Calabria al quarto posto a livello nazionale nella raccolta firme, ma addirittura superata al terzo posto dalla Lombardia.

Il fenomeno ha risvolti ben più complessi se è vero, come è vero, che ormai soprattutto nei paesi del Mezzogiorno, gli amministratori di Comuni piccoli e grandi che, anziché occuparsi della terribile carenza idrica, della raccolta dei rifiuti, della cronica mancanza di servizi sociali e sanitari, di cui si avvertono i disagi specie in questi periodi, occupano tutti gli spazi dei social, delle testate on line con dotte disquisizioni in Diritto Amministrativo per dimostrare l’aggressione ai fondamenti dell’organizzazione dello Stato, ma in alcuni casi anche l’inammissibilità costituzionale dei Quesiti referendari. Con argomentazioni da far impallidire costituzionalisti del calibro di Sabino Cassese o editorialisti come Angelo Panebianco. Ovviamente sperando di far dimenticare o quanto meno far distrarre l’attenzione dei cittadini dalla qualità e dal livello dei dibattiti e dell’azione politico-amministrativa della maggior parte degli Enti Locali nazionali, Calabria compresa. Altro che neo ribellismo meridionale…

L’altro giorno la brillante giornalista de “Linkiesta” Guia Soncini scriveva, in un gustoso articolo sul grado di appropriatezza nell’uso della lingua italiana da parte di Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali, da Nord a Sud dello stivale, che “ Pasolini oggi racconterebbe i Consigli Comunali, mica le borgate ”… E in questo il Paese sembra graniticamente unito.

Ed è da ascrivere a grande merito dell’accoppiata leghista aver dato la possibilità anche a chi non ha i fondamentali dell’alfabeto politico e amministrativo di ergersi a difesa di un bene comune risorgimentale così inopinatamente aggredito e vilipeso. E infatti tutti parlano dell’Autonomia differenziata. Nei bar, dal parrucchiere, al centro commerciale, in spiaggia sotto l’ombrellone, dal toelettatore per cani, negli uffici, negli ospedali, a Messa. Ma soprattutto tutti ne parlano come di qualcosa di ineluttabile che stravolgerà come uno tsunami la vita dei cittadini meridionali.

Eppure, a giudicare dall’ “aurea” prudenza con cui sta affrontando il problema il Consiglio Regionale della Calabria, sembrerebbe che le conseguenze dell’applicazione della Legge Calderoli, se e quando sarà attuata, siano tutte da verificare e perciò si è ritenuto di affidare ai Rettori delle tre Università Calabresi uno studio sull’impatto che avrebbero sul Mezzogiorno e sulla Calabria eventuali accordi tra Stato e Regioni anche su materie escluse dai LEP.
Staremo a vedere.
Intanto non c’è da stare allegri leggendo i risultati dello studio dell’ISTAT confluito nell’importante Dossier “Noi Italia 2024”, che offre una fotografia inoppugnabile e documentata sullo stato di salute del Paese, con i dati aggiornati e a confronto regione per regione sui campi più importanti e significativi della vita degli italiani. A cominciare, per esempio, dalla sanità, che finalmente sembra essere ritornata al centro dell’attenzione nell’agenda politica del Governo, mentre in Calabria c’è da registrare una dichiarazione molto impegnativa del Governatore Occhiuto che promette che nel prossimo anno chiederà al Governo la fine del controverso Commissariamento ultradecennale.

Intanto l’ISTAT conferma come i finanziamenti pubblici per la salute in Italia sono storicamente e nettamente inferiori a quelli europei, mentre il numero dei posti letto, che in Italia nel 2021 sono pari a 3,1% su mille abitanti, nello specifico nel Mezzogiorno sono pari al 2,7% e nel Centro Nord 3,3% ogni mille abitanti. Ecco dove possono andare a curarsi i cittadini calabresi.

Nel 2022 la pratica dello sport nel tempo libero ha riguardato il 34,% dei cittadini di età superiore a tre anni, ma poi si scopre che nel Trentino Alto Adige/Sud Tirol, patria della vera Autonomia differenziata, praticano lo sport il 56,0% dei cittadini mentre in Calabria a mala pena il 18,9%. Poi ci lamentiamo delle Olimpiadi…

Nel 2022 il livello del PIL pro capite del Mezzogiorno, in termini reali, è inferiore del 44,5 % rispettoa quello del Centro Nord! È questa l’Unità del Paese su cui sta per abbattersi la mannaia autonomista.

Certo la cervellotica Autonomia differenziata, barattata come surrogato di una improbabile secessione di alcune regioni del Nord e agevolata dalla storica doppiezza sul senso dello Stato della sinistra italiana, aggraverebbe la situazione e accentuerebbe il divario e i numeri esposti dall’ISTAT sarebbero drammaticamente destinati ad accrescere l’emarginazione di regioni come la Calabria non solo nei confronti del Nord, ma anche di altre realtà dello stesso Mezzogiorno d’Italia.

Che fare allora?

È giusto che l’onda montante della richiesta di referendum non si fermi. Anche se sarebbe auspicabile che la parola ritorni responsabilmente alla Politica e quest’onda si riempisse di contenuti di ampia portata e finalizzati all’effettivo riequilibrio territoriale e non venisse strumentalizzata solo dall’opposizione partitica al Governo Meloni. Riportando, perciò, al centro dell’azione politica e di governo la “questione” del futuro della parte più fragile del Paese.

Che è “questione” decisamente più seria dell’Autonomia gourmet di Roberto Calderoli.