di ALDO VARANO - UNO. Per le elezioni comunali di Reggio si voterà il 26 ottobre. L’eventuale ballottaggio, se nessun candidato raggiungerà la metà più uno dei voti, si svolgerà due settimane dopo, 9 novembre. Le elezioni regionali, invece, sono fissate per il 23 novembre. Quando i calabresi andranno alle urne per eleggere il nuovo Governatore, conosceranno quindi il risultato delle elezioni comunali di Reggio, già “vecchio” di due settimane. Conosceranno commenti e valutazioni “fredde”, non più emotive o propagandistiche sul voto reggino, e avranno un’idea precisa sul riassetto dei poteri in Calabria.
DUE. Domanda: il voto di Reggio influenzerà gli elettori calabresi nella scelta del Governatore e, quindi, della maggioranza regionale? In una regione dove gli elettori ancor prima di scegliere una propria parte politica si preoccupano di capire qual è la parte del vincitore per averci un contatto o un collegamento la risposta è scontata. Il risultato reggino contribuirà in modo possente al risultato regionale. Può piacere o non piacere che sia così, ma così sarà e sarà inutile gridare al condizionamento del voto.
TRE. C’è questa consapevolezza tra gli elettori? Domanda difficile. La simpatia per chi vince, in situazioni sociali come quella calabrese, scattano in automatico. Più i ceti sociali sono deboli più si preoccupano istintivamente di procurarsi uno scudo protettivo o, come avverte la voce popolare, un santo protettore.
Del meccanismo sono però consapevoli i vertici dei partiti e quanti trafficano nei dintorni e proprio da questi ambienti vengono indicazioni (anche qui, talvolta in automatico) su come potrebbe andare a finire.
QUATTRO. Una prima considerazione sullo scontro che s’è consumato attorno alla data delle votazioni. Mettiamo da parte l’atteggiamento dei consiglieri regionali interessati (tutti) a durare (per fatto personale) anche perché in maggioranza consapevoli che il fine legislatura metterà fine alla loro carriera politica o comunque segnerà una progressiva retrocessione. Ma al di là dei consiglieri regionali, lo scontro è stato reale: i capi di Cdx e Csx estranei al Consiglio si sono fronteggiati su fronti opposti che hanno rivelato opposti interessi. Il Pd ha tirato la volata per votare prima possibile annusando aria di vittoria (San Matteo aiutando) a Reggio e, quindi, anche in Calabria. Il Cdx ha tentato di prendere tempo nella speranza (forse un po’ ingenua) che San Mattero venisse radiato dall’elenco dei Santi o comunque accadesse qualcosa. La trombatura di Scopelliti alle europee, per atto di guerra interno, ha indebolito il Cdx perché una coalizione che bisticcia viene percepita come possibile perdente, non in grado di offrire protezione.
CINQUE. Il voto disgiunto tra Reggio e Calabria testimonia che la Stasi ha combinato tanti pasticci da sembrare la Giovanna D’Arco al servizio di Magorno e del Csx. La strategia dei rinvii, alla fine, si è ritorta contro il Cdx che nell’illusione di poter arrivare alla prossima primavera, si ritroverà invece a votare per la regione soltanto due settimane dopo il voto di Reggio, con grande probabilità trovandosi sotto scopa. La Stasi passerà alla storia come una pasticciona (rispetto al calcolo politico) che ha affossato il Cdx impedendo l’election day che avrebbe annullato l’eventuale vantaggio reggino sul voto regionale.
Altra scelta difensiva, che sembra muovere dal convincimento della sconfitta in casa Cdx, emerge dalle mosse del Cdx in CR dove, approfittando di un rilievo sulla legge elettorale fatto dal Governo (preoccupato di un possibile trucco calabrese per aumentare il numero dei seggi del CR), anziché chiarire ha abbassato il premio di maggioranza dal 60 al 55. Strategia che riecheggia il B quando, convinto di perdere, commissionò il Porcellum per azzoppare qualsiasi governo futuro. In CR la maggioranza avrà 17 seggi, l’opposizione 13: se due consiglieri si sposteranno il CR verrà paralizzato e si aprirà la danza dei ricatti con costi altissimi per l’intera Calabria.
SEI. E’ in questo quadro che si comprende il rischio, la forzatura (e forse assai peggio) della Stasi (sempre lei, mai votata come direbbe Scopelliti!) sulle nomine nella sanità. Scopelliti lancia ancora una volta un segnale che ritiene importante a Reggio: il controllo della sanità qui ed ora. I rischi delle nomine (compresi quelli giudiziari) si corrono soprattutto (quasi esclusivamente) per Reggio dove la sanità, i medici, i gruppi di potere che lì prosperano, avranno grande ruolo rispetto alle elezioni comunali che, a loro volta, sembrano ormai la chiave di tutto il potere calabrese.