di ALDO VARANO -
UNO. IL TEOREMA MEZZOGIORNO (TM) è l’impianto logico-categoriale che utilizza un insieme di ideologie, pregiudizi e luoghi comuni che capovolgono nel suo contrario la questione meridionale, ormai progressivamente espunta dall’orizzonte della cultura e della politica italiana.
DUE. Il cuore di questo insieme caotico, che utilizza strumenti differenziati, è straordinariamente semplice. Sostiene che l’Italia senza il Mezzogiorno sarebbe un paese molto più ricco, capace di una crescita continua e consistente. Il Teorema Mezzogiorno annota che il Sud non cresce e, quando cresce, lo fa molto più lentamente dal resto del paese e quindi ne blocca le potenzialità. Gli indicatori socioeconomici del Sud anziché punto d’analisi del fallimento delle strategie sperimentate nel Mezzogiorno ed a livello nazionale, vengono assunti dal Teorema Mezzogiorno come dimostrazione scientifica della impossibilità di recuperare il Sud ad una politica di creazione della ricchezza. La realtà meridionale non è conseguenza di scelte politiche ed economiche errate né terreno di rapina di ceti predatori ma diventa la dimostrazione inevitabile di altri non meglio identificati fenomeni.
TRE. Il Teorema Mezzogiorno afferma che i capitali dirottati a Sud da Governi o da privati finiscono necessariamente tra le grinfie di politici inetti, incapaci e corrotti. Le politiche pubbliche verso il Sud per infrastrutture, modernizzazione, potenziamento dei servizi, indeboliscono l’Italia. Meno si fa meglio è. Cancellando gli investimenti al Sud si possono impiegare capitali dove producono ricchezza. Le politiche pubbliche nel Mezzogiorno non sono una soluzione. Sono il problema. Meglio evitarle.
QUATTRO. Il Teorema Mezzogiorno non è un errore o un abbaglio della cultura italiana e della politica nazionale ma lo strumento nuovo nella lotta per l’accaparramento e la divisione nazionale delle risorse elaborato e imposto dai più potenti gruppi di potere del paese (quelli meridionali compresi) man mano che il Nord ha iniziato ad affievolire e tendenzialmente ad azzerare la propria capacità di creare risorse e ricchezza. L’opposizione al Teorema Mezzogiorno, quindi, non può quindi limitarsi a un obiettivo culturale ma necessita di una battaglia politica.
CINQUE. All’affermazione del Teorema Mezzogiorno hanno lavorato, soprattutto negli ultimi due decenni, gli intellettuali italiani e, molto spesso con ruolo rilevante, anche gli intellettuali meridionali. Cinema, letteratura, soprattutto giornalismo e televisione, scrivono, trasmettono, alimentano ormai in modo fisso l’immagine di un Sud irredimibile, privo di qualsiasi speranza di rinnovamento e trasformazione.
Il Teorema Mezzogiorno è una teoria rozza e primitiva ma proprio queste caratteristiche consentono di veicolarla in modo efficace e diffuso facendo leva sul semplicismo e la pancia del paese.
SEI. Il Teorema Mezzogiorno si stato ormai trasformando in una ideologia di massa rafforzata da (1) presunte certezze scientifiche, (2) la manipolazione di parte consistente del sistema mediatico nazionale e perfino meridionale, (3) dallo spettacolo reale e devastante di un ceto politico meridionale, avido e vorace, impegnato nell’accaparramento di risorse che vengono dilapidate a favore di privilegi e potere clientelare e dai rimasugli dell’imprenditoria meridionale vissuta lucrando sugli interventi a pioggia e non controllati. A blindare tali convincimenti, impedendo altre chiavi interpretative del Mezzogiorno, c'è il revival di concezioni antropocentriche dello sviluppo rilanciate con grande clamore (familismo amorale, carenza di senso civico, scarso capitale sociale e via “razzisteggiando”). Letture che escludono storia e responsabilità della politica, delle istituzioni e dei gruppi sociali per spiegare la realtà coi vizi e la degenerazione umani. Teorema Mezzogiorno propone la certezza che lo sviluppo non dipende da politica, qualità delle istituzioni e gruppi sociali di un determinato territorio, ma dalle caratteristiche umane di chi quel territorio lo abita. Queste teorie, una volta appannaggio della destra del centro-nord (che però non erano estranee a sinistra), sono ora convincimento diffuso tra tutti gli schieramenti politici e culturali del paese. Il fallimento storico di intere generazioni italiane, a partire da quelle meridionali, viene giustificato con l’incapacità umana dei meridionali di essere oggetto e soggetto di trasformazione sociale e crescita economica.
SETTE. Il Mezzogiorno che non si arrende al fallimento, che nel Sud è sotto gli occhi di tutti, non può continuare a sottovalutare il successo del Teorema Mezzogiorno né ignorare che il suo affermarsi modifica in profondità anche tutte le modalità dell’iniziativa culturale e politica fin qui utilizzati dalle energie che ancora credono alla possibilità di un Sud capace di sviluppo e creazione della ricchezza.