di RICCARDO TRIPEPI -
La rifondazione del centrodestra sarà avviata dopo le regionali. Partiti e correnti interne sono in attesa di capire di che entità sarà la sconfitta per poi ripartire.
Dalle colonne de “Il Giornale”, intanto, Renato Mannahimer ha diffuso gli ultimi sondaggi compiuto dal suo istituto che premierebbero l’idea di Silvio Berlusconi. Il partito repubblicano, una sorta di contenitore del centrodestra piacerebbe al 23% degli italiani. Non solo. Un elettore su tre sarebbe convinto della necessità di ritrovare unità tra i partiti dello schieramento. Rimettere insieme Fi, Ncd, e Lega, insomma, parrebbe l’unica via per provare a costruire un’alternativa valida al governo Renzi.
Il sondaggio ha fatto fischiare le orecchie a due soggetti soprattutto: Angelino Alfano e Raffaele Fitto. L’attuale ministro dell’Interno e leader di Ncd dovrà presto decidere il da farsi, essendo difficilmente immaginabile che una forza politica che si chiama Nuovo centrodestra possa restare a lungo all’interno di un governo di centrosinistra.
A tal proposito sembrano significative le esternazioni del senatore Andrea Augello che sono state riportate sugli organi di stampa qualche giorno fa. Augello ha ipotizzato una possibile fuoriuscita degli alfaniani dal governo dopo l’estate, quando dovrebbe essere scongiurata la fase più dura della crisi economica e potrebbe essere considerarsi esaurita l’esperienza di un governo di emergenza.
Una sorta di exit strategy che complicherebbe i piani dei Gentile in Calabria e forse anche quelli di Oliverio. Ncd, infatti, è ormai il “valore aggiunto” di questa maggioranza di centrosinistra e tale vorrebbe restare fino alla fine della legislatura. Una fuoriuscita di Alfano dal governo Renzi rimescolerebbe le carte anche alle nostre latitudini e pure in vista delle future tornate elettorali.
Analogo discorso può farsi per i fittiani, in Calabria rappresentati da Pino Galati. Fuoriuscire da Fi per rientrare in un’aggregazione unica tra qualche mese potrebbe non essere la migliore via per aggiudicarsi le postazioni migliori in vista delle politiche che con l’Italicum saranno decise, almeno per l’80%, dalle segreterie politiche.
Più conveniente aspettare, dunque, per capire quali saranno le mosse definitive dei leader romani. Nel frattempo, però, le forze politiche del centrodestra calabrese, eccezion fatta per Ncd, stanno provando a dare parecchio fastidio al governo di Mario Oliverio. La proposizione del referendum sulla legge di riforma dello Statuto, lanciata prima dalla Ferro e ripresa poi dalla Santelli, potrebbe essere davvero un brutto sgambetto per il centrosinistra e costituire una prima occasione di presa di posizione unitaria per un’opposizione che fin qui si è spaccata pure sulla costituzione dei gruppi a palazzo Campanella.
Seppure non mancano alcune perplessità, sembra che in settimana dovrebbero arrivare tutte le firme necessarie per proporre il referendum e i impantanare Oliverio che aspettava la fine di giugno per completare la sua giunta. Anche i più riottosi (Graziano della Cdl e Morrone in Fi) sarebbero pronti a firmare la richiesta, così come richiesto ufficialmente da Jole Santelli.
Dopo aver avviato l’iter referendario si passerà a valutare anche la proposta del capogruppo della Cdl Francesco Cannizzaro che ha comunque chiesto di far partire anche la sottoscrizione tra i cittadini calabresi per arrivare a quota 40mila. Un modo per dare sostegno popolare all’iniziativa dei consiglieri calabresi.