LA NOTA. E il referendum approfondisce le fratture nel Cdx

LA NOTA. E il referendum approfondisce le fratture nel Cdx

tallini1   di RICCARDO TRIPEPI

- Incandescente il clima nel Cdx che, adesso, non è più sicuro di presentare il referendum. Tanti i dubbi che continuano ad alimentare il dibattito interno a Forza Italia e Casa delle Libertà e che i capigruppo Nicolò, Orsomarso e Cannizzaro stanno cercando di dipanare.

Il primo è relativo ai costi della consultazione per i quali si aspettano risposte dagli Uffici competenti, considerando che le voci delle settimane precedenti oscillano in una forbice che spazia da 4 a 10 milioni. Il secondo, ancora più importante, è relativo alla necessità di raggiungere il quorum della maggioranza più uno degli elettori, così come richiesto per il referendum abrogativo su scala nazionale. Anche in questo caso si è in attesa di risposte ufficiali. Chiaramente la necessità del quorum potrebbe avere un effetto scoraggiante per le truppe, considerato che il centrosinistra e il Nuovo centrodestra non andrebbero alle urne. Se a ciò si aggiunge l’astensione sempre altissima che ha accompagnato gli ultimi appuntamenti elettorali calabresi, le possibilità di successo per l’iniziativa sarebbero ben poche.

Ma è il terzo elemento quello che potrebbe avere l’effetto di paralizzare tutto e spaccare lo schieramento. Dopo le ultime uscite di Wanda Ferro in relazione alla necessità di procedere al referendum sono cresciuti i malumori all’interno degli otto firmatari. Il consigliere Ennio Morrone, in particolare, non è per nulla contento che la Ferro si intesti, per così dire, l’iniziativa che apparterrebbe solo alla Santelli e ai consiglieri. Morrone ha il dente avvelenato anche per la decisione della Ferro di presentare ricorso al Tar dopo l’esclusione da palazzo Campanella. Un’arrabbiatura, quella di Morrone, che potrebbe spingerlo a ritirare la propria firma. Sulla stessa posizione è il consigliere della Cdl Giuseppe Graziano che, scettico fin dal principio sull’opportunità della consultazione referendaria, solo all’ultimo ha firmato il documento proposto dalla Santelli. Anche lui starebbe valutando la possibilità di fare un passo indietro, specie se non dovesse esserci unità di intenti.

Che la temperatura stia raggiungendo livelli altissimi lo conferma anche la presa di posizione di Mimmo Tallini. «Non esistono margini per fermare l'iniziativa di referendum popolare sullo Statuto della Regione Calabria. I consiglieri regionali di opposizione non hanno sottoscritto un generico documento di intenti, suscettibile di modifiche o ripensamenti, bensì l'atto formale e ufficiale che innesca la procedura referendaria. Tale atto è nelle mani del coordinatore regionale di Forza Italia Jole Santelli - prosegue Tallini - che ne farà l'uso più opportuno. Nessuno può vantare primogeniture su questa importante iniziativa politica che ha un solo obiettivo: fare in modo che lo Statuto della Regione sia rispondente alle esigenze dei cittadini e non alle logiche correntizie del Pd. Non c'è nessuna pratica ostruzionistica nella nostra azione. D'altronde, il presidente Oliverio è perfettamente nelle condizioni di nominare la Giunta secondo le norme vigenti e se non lo fa non è certo per gli interessi dei calabresi. Sul piano politico, l'indizione del referendum – sostiene ancora Tallini - rappresenta una grande vittoria per il centrodestra calabrese che ha reagito politicamente alla sconfitta alle regionali, ritrovando le ragioni dell'unità interna. Unità che ha consentito, ad appena sei mesi dall'elezione di Oliverio, di ribaltare clamorosamente i rapporti di forza elettorali, restituendo al centrodestra la centralità sempre avuta nel panorama politico calabrese con una vittoria strepitosa alle ultime amministrative».

Per capirci qualcosa bisognerà aspettare la giornata di lunedì quando i capigruppo saranno a Reggio per la Conferenza e potrebbe raggiungerli la coordinatrice Santelli per fare il punto della situazione.