E’ davvero fuori dalla nomination Unesco? La Sila non ha soddisfatto i criteri di valutazione? E ora? Tutti quesiti che emergono dopo la decisione, alcuni giorni fa, del consiglio direttivo della commissione italiana per l’Unesco di ritirare la candidatura al World Heritage degli ecosistemi forestali della Sila. Si tratterebbe di una doccia fredda per la comunità silana e calabrese, desiderosa di gareggiare a livello internazionale.
Fatto sta che il Parco nazionale della Sila non competerà (neanche) quest’anno a entrare nel patrimonio mondiale dell’umanità insieme alle Alpi marittime, condivise con Francia e Principato di Monaco. Si potrà ripresentare il dossier nel febbraio 2020, valutazione – forse – del Comitato mondiale Unesco nel giugno 2021, lo spiegano a Zoomsud fonti interne all’organizzazione Onu che precisano: «il rapporto intermedio dell’Iucn anticipa che non vi sono al momento gli elementi per iscrivere il sito nella lista mondiale e alcuni criteri non hanno superato l’esame». Di quali criteri ed elementi non in possesso si parla? Si potrà sapere di più quando l’organismo indipendente di valutazione, l’Iucn, consegnerà la relazione conclusiva sulla Sila. Anche se il giudizio preventivo fornito dagli organismi indipendenti «non è vincolante» si è deciso dunque di ritirare gli ecosistemi forestali prima della decisione del Comitato mondiale Unesco per «tutelare l’Italia da possibili sconfitte», ammettono da Parigi.
Perché, anche se non si hanno riscontri, il governatore del Veneto Zaia continua a ripetere che nel 2019 le colline del Prosecco di Valdobbiadene invece sono candidate? Perché su un giornale veneto già il 19 gennaio, quindi 5 giorni prima della comunicazione ufficiale, si dava per respinta la nomination silana all’Unesco? Chi ha dato loro questa informazione se il Parco della Sila non ne «sapeva nulla» fino al 24 gennaio?
Il ministero dell’Ambiente, con il suo ufficio stampa, alcuni mesi fa ha affermato di seguire «con molta attenzione tutta la fase di valutazione» perché «si tratta di un tema di grande rilevanza», oggi invece nessuna chiarimento è arrivato alle nostre domande. E non è dato sapere la visione della commissione italiana Unesco, presieduta da Franco Bernabè. Nel frattempo alcuni parlamentari d’opposizione hanno annunciato di chiedere conto sull’accaduto direttamente al ministro Costa.