Dai giardini incantati di Suzhou, Patrimonio Unesco, fino allo spettacolare skyline metropolitano di Shanghai, passando per Pechino la capitale politica e culturale con la grandiosità dei suoi monumenti. E poi le meraviglie dell’archeologia a Xìan dove i Guerrieri di Terracotta da millenni custodiscono la tomba del primo imperatore cinese con i suoi segreti.
Un viaggio ricco di suggestioni in cui arte, storia, cultura e natura scandiscono le tappe di una esperienza straordinaria fra memoria e futuro. Frutto della sapienza e dell’impegno di un tour operator calabrese, Angelo Cavallaro, che nulla ha da invidiare ai colossi nazionali e internazionali. Un esempio di come la Calabria già oggi fa tanto.
Ma la Cina è soprattutto un viaggio di scoperta: lo svelarsi di una realtà molteplice, che si mostra attraverso il sorriso dei bimbi, lo spettacolo di decine di persone che all’alba fanno nei parchi quella ginnastica così morbida da sembrare una danza, l’immensità delle folle sempre vocianti e la pace serena ed immutabile delle campagne, che meriteranno una visita a parte.
Non dovremmo in realtà essere più stupiti dalla Cina, eppure ci sono poche esperienze che ancora sfidano le nostre opinioni consolidate quanto l’andarci e vedere di persona e rendersi conto che è davvero un altro mondo e che lì bisogna andare e vedere per capire. Tutto il resto è noia, un già visto in altre salse occidentali. Meglio o peggio della nostra amata Italia ma sempre lì siamo!
L’immersione nel paese di Mao, Deng, oggi di Xi e ieri dell’ultimo imperatore lascia invece stupefatti. Senza parole. La foresta di grattacieli, di gru dovunque, l’alta velocità sui treni, il fiume di auto che a mezzanotte blocca Pechino, i consumi e i night dal gusto occidentale danno il tempo perfetto a 30 anni esatti da Tienanmen (di cui nessuno vuole parlare se non per accusare gli americani di un complotto così come stanno facendo ad Hong Kong) del processo di inurbamento e modernizzazione più sconvolgente che la civiltà umana abbia mai realizzato. Questo il dato di cui parla Carlo Mileto nella sua assai approfondita analisi economica e politica che potete leggere in queste pagine, che va al di là ed oltre il progetto famigerato della nuova Via della Seta.
Dunque, si inizia da Shangai, la città più popolata della Cina e la terza a livello mondiale. La più scenografica delle metropoli cinesi, ipermodernizzata e dinamica con il doppio dei grattacieli di New York. Considerata la capitale economica del Paese, grazie allo sviluppo degli ultimi due decenni, è un centro economico, finanziario, commerciale e delle comunicazioni di primaria importanza mondiale. Passeggiate lungo la via Nanchino, famosa arteria commerciale e in parte isola pedonale. Poi sul Bund, il viale che costeggia il porto fluviale dove un secolo fa approdavano navi ed commerci dall’occidente. Ideale rappresentazione di un Paese nuovo che fa tesoro del suo patrimonio. Lo spettacolo serale e notturno ci rimanda ad altri mondi. Ma poi il Tempio del Buddha di Giada, la Città Vecchia con innumerevoli piccoli negozi e il Giardino del Mandarino Yu ci riportano in una sorta di altalena perenne ad un altro mondo che altrove non c’è.
Zhujiajiao. Si tratta di un pittoresco villaggio a circa 40 km da Shanghai, importante città commerciale durante le dinastie Ming e Qing, che si snoda tra piccole viuzze e ponti, corsi d’acqua e paesaggi suggestivi. Qui potete ritrovare un po’ il fascino dell’antica Cina, un’atmosfera di altri tempi, e perdersi fra le sue viuzze ed i suoi canali. Suzhou, conosciuta anche come la Venezia d’Oriente per i molti canali che l’attraversano e importante centro per la produzione della seta, vi farà conoscere il Giardino del Maestro di Reti e la Collina della Tigre, luogo sacro in cui si trova l’antica tomba del re He Lu. Sulla vetta si trova ancora la Pagoda della Tigre, prezioso reperto della cultura cinese antica, dalla caratteristica architettura.
Xian è la capitale della provincia dello Shaanxi nonché una delle antiche capitali imperiali. Dopo Pechino e Shanghai è probabilmente la città più conosciuta della Cina e l’Esercito di Terracotta, patrimonio culturale dell’umanità dal 1987, è senza dubbio l’attrazione turistica più famosa. Si resta incantati a vedere migliaia e migliaia di statue ad altezza naturale. Ora patrimonio Unesco, le 11 mila statue ad altezza naturale le avrete già viste diecine di volte in foto e in filmati ma a mezzo metro da voi non resta che incantarsi. Fermarsi, chiedere, riflettere. Come davanti alle Piramidi di Giza.
Per Pechino ci sono 1300 chilometri ma il treno ad alta velocità (supera anche i 320 km orari) vi darà modo di conoscere quella che sarà- e in parte è già oggi - la Cina del terzo millennio: come detto gru dappertutto, grattacieli in costruzione dovunque, superstrade, porti, aeroporti, interporti, viadotti, opifici che nasceranno da qui a breve. A destra e a sinistra città poco note con 12, 13 milioni di abitanti.
Pechino ha conservato le strutture che custodiscono l’anima della Cina. I tradizionali hutong (le stradine fiancheggiate da case a corte) ma anche il Tempio del Cielo, che era il tempio più importante della città in epoca imperiale. Durante le dinastie Ming (1368-1644 d.C.) e Qing (1644-1911 d.C.), ogni solstizio d’inverno, l’imperatore si ritirava in questo luogo sacro per fare offerte al Cielo e pregare per un buon raccolto. Un capolavoro di architettura e natura, grazie al meraviglioso parco, in armonia con le forme e i colori degli altari e dei padiglioni.
Nella capitale, nel quartiere di Dazhalan sarà possibile vedere il cinema più antico della città e l’antica farmacia Tongretang. Dell’intera Asia dove vi consiglio l’acquisto di una scatoletta di balsamo di tigre, miracoloso per il raffreddore. Ma le vere attrazioni sono due, anzi tre.
La Grande Muraglia Cinese. Costruita per difendersi dagli Unni e dai Mongoli dopo più di 2000 anni fa, la muraglia si estende per circa 6.300 km attraverso aspre montagne, con viste panoramiche su entrambi i lati. A Piazza Tien An Men, la Città Proibita con i suoi 500 anni di storia, 720.000 mq di edifici con oltre 9000 vani, un susseguirsi di residenze, giardini e padiglioni. Ospitò24 imperatori tra il ‘400 e il 1924 quando l’ultimo, Pu Yi, fu cacciato. È la storia dell’Ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci, che qui in queste stanze girò il suo film capolavoro pluripremiato agli Oscar dopo avere ottenuto le autorizzazioni (gli ci volle in verità tanto tempo al grande produttore della pellicola di Bertolucci, Jeremy Thomas) a girare nella vera Città Proibita.
Insomma un viaggio per conoscere una civiltà millenaria ma anche per capire cosa affrontare nei millenni a venire. Forse già nei decenni a venire se solo si guarda – ad esempio e per concludere– al dominio già oggi pesante della Cina sul sistema portuale in Asia, Africa, Europa (in Grecia, in Italia, in Spagna, in Olanda, in Belgio).