di VITO BARRESI - Sono gruppi criminali innovativi e diversi, quelli nati dall'evoluzione moderna, tecnologica e finanziaria della vecchia ndrangheta, che hanno stretto un patto globale tra le famiglie americane di Cosa Nostra
e i nuovi protagonisti dei cartelli mafiosi calabresi.
Forti di una capacità strategica e gestionale con una visione globale della loro mission criminale, improntata alla spietata immediatezza, alla flessibilità operativa e al controllo di precisione di un costante flusso d'intelligence, i nuovi narcotrafficanti calabresi stanno diventando i big player indiscussi di una potente concentrazione monopolistica con sede a New York, in grado di esercitare il comando politico-diplomatico dell'intera parte euro-nordamericana del pianeta cocaina, forti del possesso territoriale di alcuni nodi infrastrutturali nevralgici nelle mappa delle comunicazioni logistiche e del trasporto dei principali prodotti di consumo messi in vendita nel mercato della droghe.
Le sostanze arrivano in Europa seguendo le vie clandestine delle rotte marittime transatlantiche, attraccando in porti amici altrimenti detti canaglia come è purtroppo quello italiano di Gioia Tauro. E da qui pronte a essere smistate sulle piazze metropolitane più importanti del vecchio continente, utilizzando i canali freschi dei grandi mercati ortofrutticoli del sud, in Sicilia, Puglia e Campania, i banchi ittici del Mediterraneo, la catena del freddo che collega in rete tutte le principali capitali del consumo. Una vera e propria mutazione dei sistemi e dei modelli distributivi che si basa su una avanzata delocalizzazione di queste nuove formazioni a cellula di una 'ndrangheta che sta abbandonando il guscio delle territorialità ormai militarmente presidiato dalle forze di contrasto.
I luoghi di questa vera e propria rivoluzione tecnica della 'ndrangheta sono angoli della vita quotidiana, corner derelitti abbandonati dalle vecchie infrastrutture industriali, postazioni che possono garantire lo svolgimento del flusso commerciale, location operative sommerse disseminate in territori abbandonati, da cui si dirama lo schema ad alveare dei portatori sani di droga, nel mentre l'albero motore e la cabina di regia della cocaina hanno assunto il volto anonimo della metropoli avanzata. Rispondere con un'adeguata offerta all'ingente domanda di narcotici delle società in crisi, ma soprattutto gestire con profitto il grande affare finanziario che deriva dall'accumulazione del medio circolante, ciò il soldo vero, la moneta cartacea, permette al narcotraffico ulteriori e inaspettate espansioni economiche attraverso la corruzione, l'infiltrazione nel settore dei vettori agili, rapidi e soprattutto dotati di puntualità giornaliera nella consegna, pronti a rispondere in tempo reale al ritmo del consumo.
Per questo la sovrapposizione e l'intreccio tra la rete di distribuzione alimentare, le catene del freddo, le filiera ortofrutticole, gli autotrasporti continentali e i mercati della cocaina sono divenute le vere piattaforme della logistica criminale, il punto di congiunzione tra i mercati regionali e locali e industria dei narcos. Cocaina surgelata, container frigoriferi, territori dove nascondere i carichi e quant'altro si muove nel retroterra del gigantesco affare della droga, ecco la sfida globale delle narcodrine calabresi.