Soddisfatta di aver suscitato la giusta emozione, la portavoce disse:
-Siamo qui per la trasmissione di ieri sera. Che avete da dire?
Mina guardò di nuovo Domenico, che a propria volta scrutò Mina con identica sorpresa.
-Quale trasmissione? Non ho visto nessuna trasmissione. La sera leggo, non guardo la televisione.
L’ammissione provocò sconcerto nelle tre donne. Trasalirono, mormorarono incredulità.
La più giovane commentò:
-Non guarda la televisione e legge, la sera. E poi dicono che i delinquenti siamo noi.
La portavoce provò a credere all’assurdità che era stata appena pronunciata e disse a Domenico
-Dotto’, allora spiegatecelo voi all’amica vostra.
Mimmo bilanciò il peso da un piede all’altro.
-Veramente, signora, io ieri avevo degli argomenti di lavoro da approfondire e non ho potuto …
La donna alzò la mano. In quel gesto apodittico c’era tutta la consapevolezza dell’altrui ignoranza, e l’abbracciarsi la croce di dover portare la cultura nel mondo.
Le donne del quartiere parlano all’unisono, raccontano i fatti, o almeno quelli appresi dalla tv, e li commentano. Sono il primo coro greco che appare. E dal loro discutere emergono subito i canali di conoscenza, le verità proposte come oggettive. La cronaca televisiva che diventa certezza. Però emerge che c’è un limite che non può essere superato: le mezze verità vengono riconosciute dal popolo come falsità.
-Signorì’, non ci siamo capite allora, Questa cosa non è vera.
Non c’è televisione che tenga, non c’è programma di prima serata, non ci sono anchorwomen: se una cosa non è vera, non è vera.
È difficile raccontare una verità diversa, a chi ha conoscenza diretta.
E poi c’è un altro coro, di estrazione completamente diversa. Sono psicoanalisti, mentalisti, e altro, per cui potremmo parlare di due semicori come nella commedia di Aristofane. C’è un rinvio che vuol fare De Giovanni?
Ora sarebbe stato di enorme interesse per una squadra di psicoanalisti, mentalisti e interpreti del linguaggio non verbale porsi spalle al monitor e osservare le reazioni di Mina…
La squadra di psicoanalisti emise un felice brusio, rilevando dall’espressione di Mina …
La squadra di psicoanalisti e di interpreti del linguaggio non verbale spostò l’attenzione …
Gli psicoanalisti si salutarono soddisfatti, scambiandosi strette di mano e numeri di telefono.
De Giovanni utilizza la strumentazione completa della commedia, e permette al lettore di vedere differenti punti di vista: dal popolo dei bassi, ai professionisti dell’analisi. Lo fa con leggerezza e fa trasparire la piena concordia dei giudizi finali. E comunque questi devono essere sintetizzati dal lettore. De Giovanni propone i fatti oggettivi e poi i commenti corali soggettivi. L’azione fluisce insieme ai vari commenti, compreso quello della Signora che propone il commento personale dell’autore.
Oltre ai cori ci sono gli altri personaggi importanti, anche se non protagonisti.
La porta era spalancata. All’interno si vedeva una scrivania ingombra di documenti e faldoni, alla quale sedeva una sorta di rappresentazione in marmo di un magistrato in maniche di camicia, i polsini rivoltati e la cravatta allentata, raffigurato nell’atto di leggere un foglio dattiloscritto. Doveva per forza trattarsi di una statua, perché gli occhi dietro le lenti non si muovevano né in orizzontale né in verticale, non sembrava esserci respiro, e nonostante il discreto bussare del carabiniere e il successivo colpo di tosse non si era verificata nel mezzobusto alcuna reazione…
Su una delle sedie, il viso disgustato per il tanfo di muffa e di fumo stantio, troneggiava il sostituto procuratore De Carolis, nel pieno esercizio delle sue funzioni…
Mina sogghignò.
-Arresti uno e nemmeno sai dove vive, con chi, in quale contesto. Siete sempre gli stessi, la legge intesa come un carrarmato che schiaccia chiunque.
Claudio De Carolis è un personaggio del romanzo e della serie. Sostituto procuratore ed ex marito di Mina Settembre. In qualche modo l’alternativa a Mina. Interprete della legge e compreso nel suo ruolo.
Mina è un personaggio solare; l’amica di cui ti puoi fidare; la ragazza che vive il suo lavoro come un dovere, una missione; la personificazione della coscienza civile di un popolo.
Mina si affacciava su quel panorama terribile, e a ognuno avrebbe proposto una soluzione. Soltanto in piccola parte sarebbero stati seguiti i suoi consigli, perlopiù la gente avrebbe continuato a subire in silenzio. Per abitudine, per mancanza di forza, per paura.
Però era importante che ne avessero conoscenza. Era già importante che ne avessero parlato con lei. Perché lei, Mina, era lì per quello: e non avrebbe mai fatto un passo indietro.
Con Mina Settembre i personaggi di De Giovanni si arricchiscono. Le figure del nuovo giallo all’italiana ispirato da Camilleri si specificano e completano. Anche Mina Settembre, come Ricciardi e Lojacono, è diventata la protagonista di una popolare serie televisiva, di cui nell’autunno 2022 va in onda la seconda stagione. Il romanzo ha una sua vita propria e permette al lettore di immaginare, di scoprire, di cogliere spunti, azioni, ambientazioni che la televisione non permette.
I romanzi di Mina Settembre ci portano nella Napoli di oggi. Nella Napoli che molti conoscono, quella dei vicoli e dei bassi con grandi operazioni di risanamento svolte, di Piazza Garibaldi restituita ai cittadini. Quella degli scippi ma con la polizia che è presente e risolve. Quella dei quartieri popolari ma con i consultori gratuiti che costituiscono una delle vere saldature tra cittadini e stato, che contribuiscono a comporre una frattura che da decenni si consuma nel Sud. Una Napoli che negli anni di protagonismo metropolitano (gli ultimi del XX secolo) ha posto le premesse perché nei successivi 10 anni di protagonismo regionale (primi 10 del XXI secolo) si realizzasse l’aggancio allo sviluppo del Paese. Napoli e Campania hanno visto le classi popolari delle aree più degradate, gli intellettuali illuminati e la borghesia produttiva che insieme hanno generato una politica nuova e di riferimento per il Sud. Blocco politico che ha avuto una vision e l’ha perseguita con coraggio e determinazione. Blocco politico che con un impegno formidabile ha prodotto una brusca accelerazione regionale sociale ed economica. Blocco politico che ha ottenuto il risultato del collegamento strutturale della Campania alla economia del Paese. Prova ne è l’indice di dotazione infrastrutturale della Campania. Infatti eccetto la Campania, tutte le regioni meridionali sono sotto la media nazionale nell’indice di dotazione infrastrutturale.
Si è già iniziato a scrivere la storia del Meridione durante la Repubblica, attenzione è stata data al periodo della Cassa del Mezzogiorno e della costruzione dell’autostrada Salerno Reggio Calabria. Adesso si può scrivere di quello che è accaduto dopo, evidenziando i differenti gradienti di sviluppo delle varie regioni negli ultimi venti anni del XX secolo e nei primi del XXI, basti pensare all’alta velocità ferroviaria nel Sud. È necessario analizzare le differenti traiettorie, verificando le differenti ipotesi con meriti e responsabilità delle classi dirigenti regionali e nazionali: le possibilità colte e quelle impedite. E su questo bisogna lavorare.
Non si può più usare la parola giallo per i racconti di Mina Settembre, e non sono di certo noir. Se pensiamo di utilizzare blu, o, con un richiamo alla musica, blues per Montalbano, riferimento forte per la nuova letteratura italiana, potremmo usare green per Mina Settembre.
*Università di Reggio Calabria