Il suo libro Santo Versace l’ha titolato “Fratelli”. E solo più giù, con un carattere più ridotto, ha aggiunto “Una famiglia italiana” per poi, più sotto ancora, riempire la prima di copertina con una bella foto di Gianni e sua, petto al vento, la mano di Gianni sul collo di Santo, in mezzo al mare, dello Stretto.
Il personaggio principale del libro è Gianni, stilista tra i più famosi del mondo, ucciso da uno sconosciuto maniaco alla ricerca di gloria malata. Ma il titolo vero, quello che emerge dal racconto di Santo, accredita il volume come una storia familiare.
Per presentarlo, martedì scorso, sala stipata come mai nel Palazzo della Provincia di Reggio. Al centro del tavolo della presidenza, circondato da due intervistatori, Santo, raffinatissimo vestito a giacca nero e camicia scura, che valorizzano i suoi colori chiari di antico ragazzo reggino coi capelli biondi. Il libro è la storia di Santo, Gianni e Donatella Versace. Ma ciò che è più vero sulla copertina sono i riferimenti familiari che anticipano ancor meglio del titolo il senso e il significato della fatica letteraria di Santo Versace, il più anziano dei fratelli.
I Versace, la famiglia di Santo, Gianni e Donatella hanno modificato la percezione della città di Reggio in Italia e nel mondo. Mentre l’iniziativa si svolgeva m’è capitato di pensare che Gianni è il reggino più conosciuto nel mondo da sempre. Mai un abitante della nostra città, non soltanto tra quelli viventi ma tra tutti quelli nati fin dalla sua fondazione, è stato tanto conosciuto da un numero così alto di esseri umani come Gianni Versace.
L’autore, che queste cose le sa, ha ritenuto necessario, forse doveroso, raccontare la propria biografia, così strettamente intrecciata a Gianni, Donatella e al resto della famiglia Versace. Ma non è un libro autobiografico. Il libro è più complesso perché è un’autobiografia, ma non quella di Santo, è un’autobiografia collettiva (due termini tra loro contraddittori). Insomma, Fratelli è la storia, vista da dentro, di una famiglia. L’Autobiografia della famiglia Versace.
E’ una scrittura asciutta e leggera quella dell'autore. I periodi sono preferibilmente brevi, essenziali. Nessuna concessione al superfluo. Mai cadute retoriche. Il racconto scorre ed è leggero, chiaro anche nei punti più complicati, come per esempio il racconto sulle prime intuizioni e scoperte dell’omosessualità di Gianni. Rari i periodi lunghi e complicati.
Com’è noto i libri biografici sono molto più difficili da scrivere. Chi scrive o racconta una storia che non lo coinvolge direttamente, utilizza il materiale che trova scegliendo ciò che gli fa gioco, aggiunge e taglia quel che serve per migliorare il racconto e renderlo più scorrevole. Quando, invece, si scrive della propria vita o si racconta quella delle persone a cui si vuol bene o con le quali, comunque, si sono condivise emozioni, gioie, sofferenze (o odio), le cose si complicano e tutto diventa più difficile. Ogni scelta sul materiale da elaborare diventa una resa dei conti con la propria vita e perfino un giudizio, spesso impietoso, sul proprio vissuto. C'è sofferenza a tagliare o non aggiungere. Il libro di Santo Versace è coraggioso, una confessione pubblica sui propri dolori e le proprie gioie, anche quelli più riservati.
Fratelli, pur essendo una storia familiare mette al centro, com’era inevitabile, la storia di Gianni. L’amore per i vestiti e per il vestire, che lo solleverà fino alla genialità, Gianni lo riceve ancora ragazzino (in qualche modo lo ruba) dalla madre sarta che taglia e cuce abiti straordinari per le signore della città, nella stanza-sartoria di casa dei Versace dalle parti del Duomo reggino. Guarda la mamma incantato Gianni mentre lei taglia cuce e inventa sempre nuove soluzioni, mentre in Gianni si sviluppa l’ingegno creatore della moda.
Una diceria diffusa a Reggio Calabria racconta di un Gianni che, diventato molto ricco perché ormai star affermata e famosa della moda mondiale, dà la caccia ai vecchi vestiti, ideati e cuciti dalla madre-sarta per le clienti reggine. Vuole riaverli, riacquistarli a qualsiasi prezzo, perché ormai artista maturo, li giudica capolavori insuperabili e insuperati. Ogni vestito un pezzo da museo.
E c’è lui, Santo, laurea in economia e commercio e posto in banca, tutto casa, sport, politica (è socialista) e famiglia, che all'improvviso molla tutto per spostarsi a Milano, perché alla creatività di Gianni ci crede e la creatività, senza un meccanismo di impresa economica e senza tener bene i conti, e senza fare gli investimenti giusti quando i soldi arrivano quanti non hai mai immaginato in passato, non si va da nessuna parte. E c’è Donatella, un rapporto intenso col fratello Gianni che diventerà stilista come lui.
Il libro scorre così e quando si arriva a pagina 155 e speri sia ancora molto lungo, s’incappa nelle ultime otto righe dove si mescolano la tenerezza dell’addio e la tragedia di una favola spezzata.
*Santo Versace, FRATELLI Una famiglia italiana, Rizzoli, pag 155, novembre 2022, 18 euro.