di GIUSEPPE MARINO - Il cinema italiano, il GRANDE cinema italiano, quello che ha precorso, raccontato e modificato la nostra storia, risorge nei restauri che la Cineteca di Bologna e il suo laboratorio l’Immagine Ritrovata presentano nella sezione Venezia Classici della 71ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in programma dal 27 agosto al 6 settembre.
Il restauratore Gabriele Ielitro, calabrese reggino, presenza costante assieme ai giovani professionisti dell’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna, fa parlare della sua terra attraverso la sua meticolosa e silenziosa opera. Il suo lavoro ha già dato rilievo a tre capolavori della Trilogia del dollaro che hanno fatto la storia del western, tornando restaurati sul grande schermo.
Per questa edizione del Festival di Venezia Classics, 21 i titoli presenti tra i films eterni e freschi di restauro, cinque le pellicole restituite a nuova vita dal certosino lavoro della Cineteca di Bologna, cinque eccellenti esempi del grande cinema italiano che, grazie ai suoi professionisti potranno essere visti nella loro veste migliore: L'udienza di Marco Ferreri, Todo modo di Elio Petri, La Cina è vicina di Marco Bellocchio, Umberto D. di Vittorio De Sica e Una giornata particolare di Ettore Scola. Ed è stato proprio quest'ultimo ad aggiudicarsi il premio per il miglior film nella sezione “Venezia Classici”, secondo il giudizio della giuria composta da 28 selezionatissimi laureandi in Storia del cinema provenienti da tutti i DAMS d'italia guidati da Giuliano Montaldo e che hanno decretato il vincitore, fra cui emerge anche la presenza di una studentessa calabrese.
“E' già il secondo anno consecutivo che riusciamo ad aggiudicarci questo prezioso riconoscimento.” riferisce Ielitro “Sono due i principali motivi di orgoglio: l'aver svolto un grande lavoro su un capolavoro italiano e l'essersi riconfermati dopo la vittoria della scorsa edizione e dei Focal International Awards (i premi oscar del restauro) per il miglior restauro e il miglior laboratorio di restauro del mondo. Vuol dire che ci stiamo mantenendo su buoni livelli” … secondo noi su livelli di eccellenza.
E’ opportuno segnalare, sempre per la Calabria, in concorso al Festival di Venezia Anime Nere, “un western in Aspromonte” come sostiene il regista Francesco Munzi. È stato il primo film italiano in Mostra, riscuotendo il consenso unanime della critica. Un film adulto, sofisticato e forte, un viaggio nelle viscere nerissime di Africo in provincia di Reggio Calabria, luogo dell’Aspromonte tristemente conosciuto per faide familiari che distruggono corpo e spirito con vendette e ripugnanti giochi di potere.
Si ispira liberamente al romanzo omonimo di Gioacchino Criaco, scrittore aspromontino e dunque figlio della Calabria come gli abitanti di Africo e dei paesi vicini che hanno affiancato gli attori rompendo il pregiudizio del loro paesino. I calabresi non sono, dunque, solo famigerati. A volte, anche rimanendo in silenzio, fanno sentire la loro voce umile e forte.