L’EVENTO. Reaction City, quando la cultura diventa progetto. CALABRÒ

L’EVENTO. Reaction City, quando la cultura diventa progetto. CALABRÒ

src     di ANTONIO CALABRÒ - Si è tenuta ieri sera presso il cine-teatro Siracusa la proiezione del docu-film “Re-action City, azioni per Reggio Visionaria”, con grande successo di pubblico e straordinario gradimento.

Reaction City era nato come “un progetto culturale di innovazione sui temi della rigenerazione urbana e della coesione sociale” ma ieri, nell’atto definitivo del suo percorso iniziale, si è trasformato in altro: è diventato poesia coinvolgente, soluzione ad occhi aperti, partecipazione collettiva, emozione.

Il Docu-film, finalmente, strappa Reggio dal suo provincialismo addormentato. Affronta problemi complessi con la semplicità lieve di chi possiede visioni alte. Realizza trame argute in quattro battute. Conduce al sorriso e al pianto, ma non strumentalizza. Accusa, ma non indica. Non recrimina, ma offre.

Offre concetti, concretezza, idee. Spiazza la mediocrità, seppellendola sotto una montagna di gioia. Dipinge con colori vivi e brillanti il grigio sporco delle macerie. Propone senza supporre.

Reaction City è l’arte che trova una sua via e fa saltare il tappo. Reaction City è l’arte che insorge e si ribella alle pastoie del consueto. La città tocca il fondo nell’abbandono e l’incuria svelati, ma rimbalza e svetta verso l’entusiasmo del poter fare.

Sembra l’Estate di San Francisco. Somiglia al Maggio Parigino. Radio Alice, Napoli Blues, e le moto di Easy Rider. I Pagliacci che abbattono i colossi. I ragazzi che con quattro pennarelli ridisegnano il mondo. Perché loro possono. Lo fanno. Nulla può fermarli. E lo ridisegnano bene, tenendo conto di tutti.

Non lanciano accuse, non urlano, non strepitano. Neanche quando passeggiano lungo i numerosi luoghi sventrati e derelitti. Neanche quando esplorano il pattume colossale di località ormai squallide. Neanche quando affrontano il mondo del dolore. La soluzione è in tasca, per tutto. Basta volerlo. E non è soluzione da comizio o propaganda: è autentica, solidale, attenta.

I rioni, le periferie, le fabbriche abbandonate, il mare dello Stretto sullo sfondo. I visi familiari dei reggini trasformati in maschere care, ironiche fino al sarcasmo; ma nulla di amaro; nulla di rabbioso. Tutto è gentile, di fronte a problematiche gravissime. Una principessa che bacia l’orrendo rospo e lo trasforma. L’immaginazione va al potere e – attenzione, attenzione! – dimostra di non dovere nulla alla politica. La sovrasta. La rimpiazza. Con il pragmatismo dei bambini si travolgono secoli di storia. Le uniche persone serie sono i bambini fino ai dieci anni. I protagonisti di Reaction City lo sanno, e lo dimostrano.

Il percorso del Docu-film si snoda attraverso luoghi noti della nostra città: passa dal Rione Ceci, diventato discarica, e segue le orme di Peppe Piromalli, artista reggino che per inseguire la sua volontà di recitare si trasforma in operaio e agisce. Prosegue lungo l’abbandono della stazione di Reggio Porto, i siti dismessi e abbandonati del Ciapi e dell’Italcitrus, focalizza periferie come Gallico, Archi, il Rione Ferrovieri-Pescatori, fomenta l’ingegno con la trasformazione di una strada in un luogo di possibile incontro, e tocca il suo culmine emozionale con la danza dei ragazzi di Modena, autentico momento di verità, di consapevolezza estrema dell’essere uomini tra gli uomini, di sentire e provare l’appartenenza al destino di tutti. Empatia pura, come soltanto i giovani sanno manifestare. Osare. Spingersi oltre. Beat.

L’idea di Consuelo Nava travolge, comprende, include. Lei ha preso i suoi occhi, li ha lanciati in cielo, ed ha invitato gli altri a seguire il suo sguardo: vedete quello che vedo io? Per un naturale principio d’attrazione, altri visionari si sono uniti a lei. Fabio Mollo, il talentuoso regista reggino, con il suo candore pugilistico e il suo sguardo gentile capace di trascendere il particolare. Basilio Foti, direttore del Mediterraneo Dance Festival. Danilo Emo, Edoardo Lio, Fabio Montesano, che hanno lavorato alacremente al film. Luca Assumma, Laura Cirella, Sara Bottari e le tante associazioni e organizzazioni artistiche, sociali, solidali. Attori, clown, cantanti, ingegneri, ballerini, studenti, poeti. Tanti, per poterli citare tutti. Solari, beatamente ingegnosi, matti come esploratori, archeologi del futuro.

Gli applausi scroscianti e spontanei durante la proiezione, e alla fine una vera ovazione affettuosa per tutti quelli che hanno partecipato alla costruzione del progetto, sono stati il suggello e l’approvazione incondizionata del pubblico per la pazza idea di pensare e volere una città diversa.

Reaction City è l’arte che insorge dalle macerie; ed è la dimostrazione concreta di una città sana, feconda e solidale. Il seme è piantato. Abbiamo solo delle gemme, e sogniamo una cattedrale di fiori.