RECENSIONE Rosso Plastica di N. Petrolino ROSSI

RECENSIONE Rosso Plastica di N. Petrolino ROSSI
rossoplasticadi LAURA ROSSI

Aprire le pagine di un libro contemporaneo e ritrovarsi immersi in un’atmosfera onirica che ricorda i film di Luis Bunuel, il regista spagnolo che sapeva miscelare sogni e realtà in un intrico surreale – appunto – che dava come risultato una grande resa artistica.

     Succede in Rosso Plastica, anno 2014, 240 pagineil romanzo di Nicola Petrolino appena pubblicato da Città del Sole ed., non a caso, oltre che scrittore, noto esperto di cinema. La trama ha infatti un ritmo cinematografico, la protagonista è sempre in movimento, si sposta da uno scenario all’altro – onirico, reale? – come se fosse seguita da una telecamera abile a filmare perfino il suo inconscio…Ci sono spostamenti, improvvisi eppure naturali cambi di ambienti e situazioni che sembrano avvenire senza soluzione di continuità, a ritmo serrato, quasi con la tecnica della dissolvenza incrociata riportata con abilità su carta.

     Appaiono sulla scena sempre nuovi, misteriosi personaggi, che aggiungono un tassello alla sua spasmodica ricerca della verità, spingendola in avanti (e nel frattempo ritrova e mette insieme pezzi di passato che credeva perduti o irrisolti), in un gioco sadico e crudele che sembra non aver fine.

     Appena sembra che si sia a un passo dalla soluzione dell’enigma per cui la protagonista sta lottando, con grande e doloroso sforzo della sua vita reale e probabilmente del suo inconscio, messo a dura prova, qualcosa di fondamentale le sfugge: viene proiettata quasi di continuo in un altro mondo (come una pedina mossa da un abile giocatore di scacchi o come in un fantasmagorico gioco dell’oca), deve fare i conti con l’ennesimo mistero da risolvere, l’ennesimo nodo da districare.

   Ma un finale Petrolino lo concede, anche se non è quello che la protagonista e lo stesso lettore si forse aspettano: senza svelare l’arcano, resta il dubbio che la verità, per quanto cercata e quasi finalmente afferrata, resti sempre un passo più avanti, impossibile da afferrare. L’io narrante e protagonista di Rosso Plastica (ignoriamo il suo nome), è una donna ancora giovane, che a un certo punto della sua vita si trova a dover affrontare un evento traumatico. Il suo ex compagno, dopo aver scontato quindici anni di carcere per reati di terrorismo, si suicida a pochi giorni dalla libertà e le lascia in eredità il suo computer.

     Lei si sente investita del bisogno di fare luce su quella morte assurda e misteriosa, anche perché ci sono eventi del loro passato comune che non è mai riuscita a chiarire. Inizia così un viaggio che insieme alla ricerca della verità sulla drammatica scomparsa dell’uomo, diventa anche ricerca di se stessa (affiorano i dolorosi ricordi di bambina abbandonata dai genitori, il profondo legame con la nonna)…

     La donna ha soltanto una labile traccia dalla quale partire, rinvenuta per caso nel computer dell’ex compagno: il colore rosso plastica, che ossessiona un pittore che sembra scomparso misteriosamente e forse conosceva bene il suo ex compagno morto in carcere. In Rosso plastica, l’io narrante compie un viaggio dentro la vita, i sogni, la mente, rievoca un passato difficile e doloroso, per cercare di afferrare il presente, ma la vicenda è reale e segue in apparenza le regole del giallo: c’è una pista da seguire (più di un pista, in realtà, e molte si riveleranno false o soltanto la porta per attraversarne altre), un mistero da risolvere, una verità da scoprire o da rivelare, ma nulla è come appare, tutto fluttua e sembra evanescente, come i sogni, come l’inconscio, come la stessa realtà, fino allo svelamento finale.

     Nulla è chiaro e sicuro, e forse non importa sapere dove finisce il sogno e comincia la realtà, al lettore non resta che seguire la protagonista e vedere fin dove riuscirà a condurla (e a condurci) la sua ricerca. Non aggiungiamo altro per non rovinare la sorpresa a chi legge, di giungere, insieme all’io narrante, alla fine – forse – di un sogno/incubo che sembra senza via d’uscita.

     Ricordiamo che la copertina del libro è un famoso quadro di Burri del 1964, Rosso Plastica , quindi il rosso plastica in questo caso è reale e tangibile, ma nel romanzo è anche qualcosa di più. Il lettore curioso scoprirà di cosa si tratta.

Il volume sarà presentato il prossimo 16 dicembre alle ore 17 presso l’Università della Terza Età in via Willermin a Reggio Calabria