di MARISA LAROSA - “Non è una semplice storia “ inizia così l’intervento di Aldo Varano durante la presentazione di FIELE (Ferrari Ed. 2014) l’ultimo romanzo di Giuseppe Fiorenza, organizzata dall’associazione culturale Leggendo Tra Le Righe e tenutasi nel Malavenda Cafè, uno spazio accogliente ricavato tra tavolini del bar avvolto da pareti zeppe di libri a disposizione di chi vuole leggerli o almeno sfogliarli.
Fiorenza è nato in Calabria dove ha vissuto la sua prima giovinezza per poi trasferirsi a Torino. Con la Calabria ha sempre mantenuto rapporti saldi ed ha al suo attivo una produzione letteraria ampia quasi sempre incentrata sulla nostra regione.
Ha raccontato che il bisogno di scrivere questo libro è nata in lui da un evento tragico che l’ha colpito profondamente e gli ha provocato un terribile senso di colpa: l’uccisione del piccolo Nicolas Green. Quel drammatico evento, che tutti ricordiamo ed ha segnato la storia della Calabria e dei calabresi, lo ha convinto di una responsabilità collettiva, della mancanza d’innocenza da parte dei calabresi tutti colpevoli d’indifferenza. Da qui la costruzione di una trama complessa la cui progettualità contiene l’indifferenza, la condanna, il senso di colpa.
Per Varano il libro di Fiorenza è contemporaneamente un libro di storie calabresi che in prima lettura sembrano staccate una dall’altra ma che poi vengono rivisitate direttamente con la categoria della sensibilità di “un pezzo di Calabria” e si riunificano in una trama complessa che ne trasforma il significato. Fiele non è un libro giallo. Ma ci sono morti, colpevoli e un assassino. Da qui la tensione che afferra il lettore, la voglia e la curiosità di scoprire il finale, gli interrogativi inquietanti sulle colpe di ognuna delle vittime. Colpe di cui i protagonisti non hanno consapevolezza ma tali da aver distrutto la vivibilità e la dimensione civile del nostro territorio.
Il finale sembra devastante, chiuso rispetto alla speranza del futuro della nostra terra e legittima una domanda: è possibile il cambiamento della Calabria?
“Non è una domanda scontata” ha sostenuto Varano. Ed ha avvertito che pur essendo convinto che stiamo vivendo una crisi terribile che sembra escludere qualsiasi possibilità di futuro bisogna tener conto che pochi territori hanno conosciuto una trasformazione rispetto al passato tanto profonda come la Calabria. Segno quindi della possibilità reale di un cambiamento. Il libro di Fiorenza ha concluso, oltre a essere un bel libro è anche una sollecitazione ad affrontare problemi di grande attualità.
Alcuni brani, letti ed interpretati dall’attore Lorenzo Praticò, hanno consentito al pubblico di entrare nel vivo del libro e nei concetti che Fiorenza ha elaborato utilizzando sapientemente molti termini dialettali calabresi, perché, ha spiegato intervenendo sulle genesi del libro, il dialetto rappresenta una radice fondamentale da curare e da trasmettere anche a livello nazionale .
L’evento denominato “Leggendo…con l’autore” è stato moderato dal presidente dell’associazione culturale Leggendo tra le righe.