REGGIO. Moscerine, la piece teatrale di Egizia Scopelliti e Alessandra Stelitano

REGGIO. Moscerine, la piece teatrale di Egizia Scopelliti e Alessandra Stelitano

Moscerine     di DANIELA MAZZEO -

Una piacevole sorpresa che ha le premesse di una gran bella novità, almeno per la nostra città: il “TY Music Club” locale reggino aperto alla contaminazione culturale, ha ospitato per la prima volta un’interpretazione scenica di letture in una location fuori schema, trasformandosi in teatro, con grande gradimento del numeroso pubblico presente.

“Moscerine” è il titolo del libro di Anna Marchesini dal quale la protagonista, Egizia Scopelliti, mattatrice a tratti solenne, a volte buffa, ma sempre di grande personalità (e talento) sorretta in modo brillante dalla bravissima Alessandra Stelitano, (musicista e cantante) ha tratto la perfomance, curata e adattata con sapienza dal regista Vincenzo Mercurio del teatro Proskenion.  

Un inizio originale. Alessandra ha la chitarra in mano. Vestita di lungo e a piedi nudi cammina per il locale e racconta cantando. Si crea subito una atmosfera densa di significati che vanno oltre lo sguardo. Tra uno spettro di popolana romana, dalla voce imperiosa, e la presenza reale della Scopelliti, si pone il pubblico, di cui si coglie il solo respiro ma che diventa parte dell’azione, come in un Living Theatre di piccola taglia. Il tempo è la musica. Il suono le parole.

Il silenzio è d’obbligo. L’attenzione è sulla musicama non appena il suono della chitarra smette la voce di Egizia irrompe con la lettura del primo racconto. Perfettamente a suo agio nel personaggio che narra, traspare nella sua mimica ogni singola parola e come una vera e propria proiezione di immagini dal vivo, le parole diventano scene. La voce trasporta, come raccolti attorno ad un fuoco ad ascoltare. Il fischiettare dell’altra è il suono del destino a cui il racconto rimanda. La suggestione è tanta e ci si ritrova assorti. Una risata, un pensiero fuggevole ai drammi della vita, un occhio gettato noncurante al pensiero della morte.

Egizia è ironica a tratti sferzante. Legge e interpreta il personaggio. Ad un certo punto abbandona il leggio e sposandosi al centro del locale recita il finale del prima parte.

Applausi tanti. Il pubblico è piacevolmente stupito.

Ritorna al leggio. Il racconto cambia. Di nuovo ironico. Il dettaglio principale non può sfuggire al pubblico perché portato in scena. Alessandra veste i panni di un pasticciere. Porta la torta e insieme ad Egizia sfavillano nel finale come gli allegri fuochi della torta.

I messaggi dei racconti sono chiari così come lo è la loro interpretazione. La vita è estremamente mutevole e spesso l’elemento più trascurabile e impercettibile può dare una chiave di lettura diversa al fatto che accade o addirittura mutarlo nel finale.

Sono proprio quegli elementi- che sembrano trascurabili senza esserlo - che attraverso la capacità scenica e la voce narrante di Egizia hanno evidenziato il sublime umorismo dell’esistenza. E persino una mosca trova una collocazione di notevole importanza se osservata nella sua miseria, non tanto dissimile da quella umana. Strappando sorrisi al pubblico le due conquistano le menti e compiono il miracolo della recitazione attiva..

E’ stato teatro ieri, teatro in piccolo in una location ad atmosfera intima. Guardare gli attori, vedere i personaggi; il cambio di vestiti, il cambio di scene. La partecipazione dello spettatore comodamente seduto a tavolino affatto distratto ma concentrato sulle piacevoli parole e sazio di gusto, ha reso l’esperimento un ottimo successo da ripetere al più presto. E’ l’incontro tra linguaggi diversi che ha trovato il punto di equilibrio nell’interesse partecipativo del pubblico voglioso di aprirsi a forme di sapere diverse.

Una serata di qualità, una serata tutta reggina, e due artiste di valore coraggiose, brave e ricche d’entusiasmo e di qualità.