LA POLEMICA. Io sto con Morosini

LA POLEMICA. Io sto con Morosini

morosini

di MARIA FRANCO _

Fuori casa per impegni di lavoro, ho scorso le polemiche sulla “non messa reggina per il Duce” affrettatamente, con ritardo e anche con un po’ di fastidio.

Contrariamente a quanto ritengono alcuni, non si tratta di vicende solo reggine da stigmatizzare in quanto denoterebbero la diversità (da leggere: l’inferiorità) di Reggio. In realtà, i giornali nazionali, che non mi pare abbiano dato particolare spazio al no del vescovo di Reggio, hanno messo nei titoli di testa l’equivalente no del vescovo di Alessandria.

Se è certamente legittimo avere, ed esprimere, opinioni su tutto ciò che, in qualche modo, è pubblico, le polemiche contro la Chiesa di chi non mette mai piede in una chiesa hanno non sempre, ma spesso di un retrogusto di vecchio anticlericalismo.

La Chiesa accoglie tutti, si definisce costantemente una comunità di peccatori salvati da Gesù Cristo e chiunque può, quindi, essere affidato alla misericordia di Dio. A meno che tutto questo invece di essere “preghiera” voglia essere “manifestazione”: carta da giocarsi politicamente.

Che la Chiesa sia in grado di prendere distanze anche da sue precedenti posizioni è un segno ulteriore del fatto (incontrastabile anche da chi non vuole spartire nulla col cattolicesimo) che, nonostante i suoi duemila anni di storia, le sue vicende non sempre limpide, le incrostazioni del tempo e tutte le malefatte dei suoi componenti, la Chiesa cattolica resta l’unica istituzione capace di emendarsi, di chiedere perdono dei suoi errori, di sforzarsi di corrispondere al suo stesso messaggio.


Tutto ciò per dire che, in questa polemica, sto dalla parte del vescovo Morosini.