di FILIPPO VELTRI -
«Le memorie sono sempre una trappola e quelle di un comunista poi ancora peggio, sempre in bilico tra un mondo misto di meraviglioso e di radioso che però non c’è più e un presente triste, grigio e inglorioso».
La notizia del lancio in orbita dello Sputnik spinge un bambino, incuriosito da quel paese che il libro di storia definiva “affamato e semibarbaro”, a portare avanti una lunga ricerca che lo condurrà, appena adolescente, a varcare la soglia della sede del Pci catanzarese. Una semplice passione diventerà per Scalfato un lavoro, ma prima di tutto un impegno morale. Le sue memorie, partendo da quella lontana sera del luglio ’61, ripercorrono le fasi più importanti della storia calabrese e italiana. Un’analisi lucida e obiettiva della situazione politica del Novecento e di uno dei partiti più importanti della sinistra occidentale, che dal passato proietta il suo sguardo al presente.
«In definitiva so bene di essere stato per la maggior parte della mia vita una piccola pedina tra una immensa moltitudine di donne e uomini che ha sprigionato idee, che ha coltivato speranze, e che spesso ha vissuto anche di sogni. Per quel che mi riguarda, probabilmente per formazione, per studi, per sensibilità e per capacità di osservazione, ho avuto a volte la capacità di intuire anzitempo le conseguenze lunghe di eventi e decisioni politiche. Il che, come accade sempre, non è un buon viatico, poiché chi ti sta intorno stenta a comprenderti e alla fine resti un isolato. Non mi porto dietro però alcun cruccio, sono orgoglioso di quel passato e del modo come l’ho vissuto».
Dalla quarta di copertina
«Sono stato un comunista e ancora oggi, in larga misura, il metodo di analisi marxiana presiede il mio punto di osservazione sulla realtà che mi circonda. Per questo non mi sono mai davvero ritenuto uno sconfitto, pur sapendo bene che la battaglia per un mondo nuovo sferrata nel Novecento è stata irrimediabilmente perduta […]. Io però ho pensato sempre storicamente, e la storia non si ferma».
L’autore
Carlo Scalfaro, nato a Catanzaro il 18 luglio 1946, comunista e sindacalista, ha vissuto quarant’anni delle vicende politiche e sociali calabresi nella seconda metà del Novecento. Una testimonianza di vita dall’interno della storia del PCI e della CGIL.
*Una sera di luglio, memorie di un comunista calabrese, Città del sole edizioni. Anno 2015, 264 pagine, TRACCE. Questo screitto è ricavato dalla prefaziopne al libro firmata da Filippo Veltri.