
Il tracciato, le caratteristiche geometriche, la manutenzione, il pedaggio e tanti altri elementi sono stati per 40 anni argomento di discussione.
Sino a quando con il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica del 2001, non si è certificato che “Non ha caratteristiche autostradali la A3 Salerno Reggio Calabria, anche se è classificata come tale”
A3 momento emblematico del Sud: un’autostrada … non-autostrada.
È necessario conoscerne la storia per poter trattare oggi della A2 Autostrada del Mediterraneo.
Il volume di Leandra D’Antone racconta quei 40 anni, dagli anni ’50 agli anni ‘90. Poi, nel 1997, iniziano le opere di rifacimento. Ma qui la storia si fa cronaca. Il volume si ferma agli appalti per il rifacimento, è pubblicato nel 2008.
Il volume torna anche più indietro, al 1934, in pieno fascismo. La carta del Piano regolatore delle Autostrade del ‘34, somiglia in maniera impressionante a quella odierna delle autostrade in concessione. La D’Antone racconta i 40 anni della prima repubblica, ma le carte che riporta nel volume parlano da sole. Il taglio dell’Italia autostradale è programmato con il fascismo.
Riferendosi agli anni ’50, Leandra D’Antone evidenzia:
“ … l’IRI fini col condurre paradossalmente una spinta dualistica nello sviluppo economico Italiano, divenendo sempre più ‘infrastrutturalista’ al Nord e sempre più ‘industrialista’ al Sud – un Nord e un Sud i cui confini vennero disegnati proprio dalla geografia e dalle tecnologie delle loro autostrade e dei loro impianti industriali, che, come è noto, in quel momento al Sud interessavano solo la Campania e la Puglia.”
Quanto deciso durante il fascismo e messo in pratica nella prima repubblica, rimane nella storia del Mezzogiorno, e nessun revisionismo o sdoganamento potrà cancellare. La storia inchioda alle proprie responsabilità quelle classi dirigenti.
Emerge dal volume, per differenza, un altro tratto: la mancanza di partecipazione del Sud alla decisione, a parte l’impegno di Mancini per il passaggio della A3 da Cosenza. La mancanza di una proposta, l’assenza di una vision, la mancanza di una prospettiva strategica perseguibile, il non avere un piano dei trasporti discusso condiviso e approvato dalle massime assise politiche regionali, sono elementi che hanno contraddistinto gli anni del regionalismo al Sud, e in Calabria. Elementi che hanno contribuito in modo decisivo alla ‘non autostrada’. Nei 40 anni parlare senza un piano, senza una vision, senza alcuno strumento quantitativo veniva contrabbandato per ‘politica’. Non conoscere i piani nazionali, quelli europei era il tratto distintivo di una classe politica subalterna. Dire tutto e il contrario di tutto in modo da aver l’autorizzazione a non scegliere, congiungeva il potere e le opposizioni massimaliste. La stagione dei sequestri, i boia chi molla, inducevano la stampa nazionale e regionale a seguire il terribile quotidiano, senza poter riflettere su un pensiero strategico che intanto si materializzava.
Copenaghen ha approvato nel 1949, all’alba dopo la seconda guerra mondiale, il piano cosiddetto ‘five fingers’, la città lo ha perseguito con costanza. Oggi Copenaghen è la città d’Europa più vivibile.
*unirc
Leandra D'Antone, Senza Pedaggio, Storia dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, Donzelli Editore 2008, 111 pagine, 14.50 euro