Con l'intervento finale di Aboubakar Soumahoro - del coordinamento lavoratori agricoli Usb - il corteo si e' trasformato in un ultimo saluto collettivo per Soumaila Sacko, la cui salma partira' lunedi' da Lamezia Terme destinazione Mali, dopo una lunga sosta a Fiumicino. "Siamo qui oggi non in base al colore della pelle ne' alla provenienza geografica - ha detto Soumahoro - ma da sfruttati che gridano no agli sfruttatori, in una regione saccheggiata senza pieta'. Soumaila era un agricoltore costretto dai cambiamenti climatici a lasciare il Mali. Ha voluto fermarsi qui, per coltivare la terra con gli altri lavoratori, stando dalla loro parte, organizzandoli insieme all'Usb. Un bracciante, un uomo, un sindacalista, un padre, un compagno. Tre cose ci ha chiesto la sua famiglia: verita' e giustizia per la sua fucilazione; il ritorno della salma in patria; la continuazione del suo impegno sindacale. Noi stiamo esaudendo le loro richieste e non ci fermeremo, perche' abbiamo sete e fame di diritti".
Soumahoro si e' poi richiamato alla situazione politica italiana: "Viviamo in un contesto nel quale 7 milioni di persone sono colpite dalla poverta', la stragrande maggioranza al Sud. Alcune forze politiche rispondono scatenando una campagna di odio, di caccia alle streghe, facendo credere che cosi' rialzeranno il Pil. Ovviamente e' falso. Loro seminano odio, noi speranza e umanita'. Noi, gli schiavi delle campagne, i precari, i disoccupati, siamo tutti nella stessa condizione e vogliamo rompere le catene dello sfruttamento. Perche' schiavi mai, siamo uomini e donne liberi e andremo avanti a testa alta". (fonte agi)