CISL CALABRIA. Prevenire il dramma dello sfruttamento minorile

CISL CALABRIA. Prevenire il dramma dello sfruttamento minorile

 "La Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, istituita dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro nel 2002 e riproposta ogni anno il 12 giugno, ci richiama ad una realtà drammaticamente attuale che ha numeri impressionanti". A dirlo è Tonino Russo, Segretario generale della Cisl in Calabria. "Secondo l'Unicef - aggiunge Russo - lo sfruttamento dei minori nel lavoro coinvolge circa 150 milioni di bambini fra i 5 e i 14 anni, in forme che a volte, come ha ricordato anche Papa Francesco, sono di vera e propria schiavitù. Per l'Italia, dove il lavoro minorile è vietato dal 1967, l'Organizzazione internazionale del lavoro valuta una cifra intorno alle 300mila unità. L'Ispettorato nazionale del lavoro, evidenzia il Sir, ha riscontrato nel 2019 complessivamente 502 illeciti, di cui 243 hanno riguardato la tutela del lavoro dei fanciulli e degli adolescenti. Dal 2013 fino al primo semestre del 2018 sono stati 1.437 i casi di violazioni penali accertate. In molti casi si tratta di minori stranieri".

 Per "quanto riguarda la Calabria - prosegue il rappresentante della Cisl - c'è bisogno di rilevazioni statistiche aggiornate, ma sappiamo bene come il Meridione sia da questo punto di vista un'area particolarmente interessata non solo dalla questione dei minori, ma in generale dallo sfruttamento lavorativo delle persone, come l'operazione della procura di Castrovillari e della Guardia di Finanza contro il caporalato ci ha ricordato nei giorni scorsi. In Italia e in Calabria il problema dei minori che lavorano ha sicuramente una dimensione culturale e chiama in causa non solo la responsabilità della famiglia, ma anche quella della società nel suo complesso, delle agenzie educative, del sistema formativo e di istruzione, delle organizzazioni dei lavoratori e delle imprese". E' "necessario, dunque, vigilare - conclude Russo -, così come è urgente avere per la nostra regione dati che consentano un monitoraggio costante, sia per prevenire il fenomeno, sia per restituire i minori che vi siano coinvolti a una condizione adatta alla loro età e alla loro crescita, con un percorso formativo adeguato".