"Ogni volta che entro in un carcere mi domando: perché loro e non io", ha esordito Papa Francesco nella sua omelia. E poi ha lanciato tre appelli alle autorità civili: per "un atto di clemenza verso quei carcerati che si riterranno idonei a beneficiare di tale provvedimento", ma anche "in favore del miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri" e per "una giustizia penale che non sia esclusivamente punitiva" ma aperta "alla prospettiva di reinserire il reo nella società".
"Non spetta a me concedere la vostra liberazione", ha detto il Papa, ma la Chiesa non può rinunciare di "suscitare in voi il desiderio della vera libertà". E ai carcerati ha raccomandato: "Nessuno di voi si rinchiuda nel passato: certo la storia passata anche se lo volessimo, non può essere riscritta. Ma non cadiamo nella tentazione di pensare di non poter essere perdonati". All'esterno della Basilica intanto si svolgeva la marcia per l'amnistia, la giustizia e la libertà dedicata a Marco Pannella ed allo stesso Papa Francesco. "Speriamo che ora possa concretizzarsi un gesto di clemenza da parte del Parlamento, invocato da più parti ormai da diversi anni", ha osservato Siviglia, "senza con ciò considerare l'amnistia una resa da parte dello Stato, ma al contrario un atto autorevole di "credibilità" politica".