"Pippa Bacca, in sua memoria" di DANIELA SCUNCIA

"Pippa Bacca, in sua memoria" di DANIELA SCUNCIA
di DANIELA SCUNCIA. Ho milioni di idee: portano tutte a morte certa.

Così dice Marvin in Guida galattica per autostoppisti nel film di Garth Jennings, e questa è la sostanza delle idee, specialmente quelle legate all’arte, o ancora meglio alla realizzazione della propria vita come un’opera d’arte. L’artista rischia di suo, si mette a nudo, a volte sulla propria pelle oltre che nell’anima. L’artista realizza l’idea sulla carne: non sulla tela o nella parola, o tra le note; quello è solo il modo di esprimere ciò che vorrebbe dire (il mezzo è sempre approssimativo); l’artista fa della propria vita arte: nella sacralità della parola, nel concetto di un colore, nelle pause tra le note (uso questi esempi giusto per semplificare il concetto, ma l’arte è varia e pressoché illimitata nella sua espressione).

L’artista paga con la vita la sua opera d’arte, a volte rimettendocela. Pippa Bacca è stata una di quelle, ed è morta il 9 dicembre di qualche anno fa. Un nome strambo e un’idea assurda da portare in giro: arrivare a Gerusalemme vestita da sposa in autostop, insieme a un’altra amica. Perché si fa una cosa del genere? Non lo so. A me non sarebbe mai venuto in mente e neanche ne avrei avuta la minima voglia, ma lei era un’artista e voleva raccontare l’umanità gentile in mezzo al dolore.

Attraversare terre segnate dalle guerre, dalla sofferenza, dalla paura e giungere sposa in bianco nella terra della divisione, grazie all’aiuto di tutti coloro che avrebbero supportato l’idea di un piccolo passo verso una meta forse possibile: seminare la pace e la fiducia nel prossimo (così riporta Wikipedia). Ma Pippa Bacca è morta, molto prima di arrivare alla sua meta, in Turchia il 31 marzo 2008. È stata violentata e strangolata dall’uomo che le aveva dato un passaggio. Facile, no? D’altra parte era un’idea assurda. Come si può portare la pace in luoghi devastati dall’orrore con un sorriso e un abito da sposa? Eppure oggi, che la violenza sulle donne è un tema d’attualità, la morte di Pippa Bacca mi appare meno assurda. Oggi, la trovo una prova necessaria per tastare il polso di ognuno di noi. Non sono stati gli uomini a ucciderla, non il pregiudizio, non un’ipotetica civiltà retrograda: è stato un uomo, condannato poi all’ergastolo. Ciò che siamo chiamati sempre più a fare, è di prendere una posizione per noi stessi, a ragionare da singoli, da esseri umani. Ragionare come società, come uomini o donne ci deresponsabilizza, diventando percentuali su tabelle di consumo, panel di riferimento, perdendoci la parte migliore di noi stessi: la dignità di essere uomini.