"Dopo la legge elettorale, varata nonostante entrasse in vigore in differita e sebbene prevedesse l'elezione di una sola Camera - prosegue - e la riforma della Pubblica Amministrazione, gia' bocciata dalla Corte Costituzionale ma strutturata anch'essa in modo da essere compatibile con la nuova Costituzione che il Governo forse considerava gia' approvata, la ciliegina sulla torta e' la riforma delle Province, emblema dell'arroganza e del dilettantismo al potere. La legge Delrio infatti e' stata approvata, ovviamente a 'colpi di fiducia', sotto forma di un maxi-emendamento che prevede una riforma di questi enti solo parziale, da completarsi, come specifica il comma 51, con la successiva riforma del Titolo V. La stessa riforma a cui quasi 20 milioni di Italiani hanno detto No. Risultato? Il caos piu' totale.
Le Province rimangono imbrigliate nella propria natura ibrida, mantenendo competenze importantissime fra le quali la manutenzione di una rete stradale di oltre 100 mila chilometri e la gestione e manutenzione ordinaria di oltre 5mila istituti scolastici, il tutto con una riduzione continua delle risorse che ha gia' portato tre enti al dissesto. L'esito del referendum pertanto impone un problema nuovo ed immediato di compatibilita' della legge Delrio sull'istituzione di Province e Citta' Metropolitane ed il Titolo V della Costituzione rimasto invariato nonostante il tentativo del Governo Renzi. Come se non bastasse, il Tar di Reggio Calabria, decidendo sul ricorso di alcuni consiglieri, avverso l'indizione delle elezioni per la Citta' metropolitana di Reggio ed il conseguente insediamento del consiglio, ha sospeso il giudizio e rimesso gli atti alla Corte Costituzionale".
"Per rimettere quantomeno un po' d'ordine - conclude Foti - sarebbe necessario ed urgente che il Ministero degli Interni sospendesse le procedure elettorali in corso e l'insediamento dei Consigli delle Province e delle Citta' Metropolitane per evitare di istituire nuovi Enti in palese contrasto con la Costituzione".