LA GRAN CONFUSIONE AL COMUNE DI CATANZARO

LA GRAN CONFUSIONE AL COMUNE DI CATANZARO
Usare la parola confusione è probabilmente un eufemismo. E’ infatti molto di più quello che sta accadendo al Comune di Catanzaro, politicamente parlando (si fa per dire, secondo eufemismo) negli ultimissimi giorni. Da una settimana a questa parte diciamo, ma potremmo parlare tranquillamente anche dagli ultimi due anni e mezzo.

E’ importante parlarne non solo perché Catanzaro è il capoluogo di Regione ma perchè è lo spaccato di un certo modo di fare (cioè di non fare) politica, aduso più in generale dalle nostre parti e che poi porta al
malessere, alla disillusione, al non voto, anche a ragionamenti qualunquistici. E le responsabilità di questo stato di cose ovviamente sono di tutti gli schieramenti e nessuno può tirarsi fuori.

Riassumiamo brevemente: il Comune di Catanzaro è di nuovo a un bivio delicatissimo, il secondo in quattro mesi, il terzo in due anni e mezzo di consiliatura. L’ultimo schema politico allestito dal sindaco
Nicola Fiorita, leader del centrosinistra con il suo movimento che si chiama Cambiavento, per neutralizzare il vulnus originario della così detta anatra zoppa (cioè lui ha vinto il ballottaggio ma non ha la maggioranza in Consiglio, situazione non rara come vedremo) era quello dell’alleanza con il partito di Azione, guidato proprio dal suo avversario al ballottaggio, il professore Valerio Donato. Ma quell’accordo si è sfaldato come il primo, quello che aveva con l’area del consigliere regionale oggi di Forza Italia  Antonello Talerico. Non vi fate prendere dalle vertigini ma questa è la storia.

Azione ha dunque ritirato l’appoggio esterno dato a settembre ufficializzando la rottura con una nota
molto dura. Fiorita ha rilanciato subito con il guanto di sfida, dicendo che la sua intenzione è quella di
andare avanti puntando su una “maggioranza della responsabilità e del fare” e dicendo anche, dietro e
sotto le righe, che per mandarlo a casa comunque ci vorranno i numeri. Poi cinque giorni fa una fluviale
conferenza stampa è servita a ribadire che egli non molla.

Ora la si descriva come si vuole ma i numeri in politica non possono essere tutto: al momento anche senza Azione una maggioranza, risicatissima ma sempre maggioranza, ancora infatti ci sarebbe al Comune del capoluogo di Regione. Fiorita toglie quel condizionale. Solo che verrebbe garantita, oggi e domani ancora più di ieri, da quello che un cronista (Antonio Cantisani) che segue le cose della politica a Catanzaro con grande attenzione ha definito con una meravigliosa frase il “mondo di mezzo”. Non come quello ovviamente della famosa indagine giudiziaria di Roma ma composto dalla pattuglia di consiglieri comunali eletti due anni e mezzo fa in schieramenti diversi da quello di Fiorita ma oggi alleati, semialleati, non belligeranti (non è chiaro), con il sindaco. 

“Responsabili” nel gergo più educato o “trasformisti” in quello più volgare (in quattro/cinque sono già usciti in ogni caso allo scoperto), ma soprattutto terrorizzati all’idea di dover chiudere anticipatamente la consiliatura (dicono i malpensanti: perdendo così – ci scuseranno per la volgarizzazione - un duemila euro al mese, per dirla tutta con chiarezza senza troppi giri. Ma lo dicono i malpensanti… Noi non ci crediamo! Lì ci sono invece fior di politici di coerenza riconosciuta, altro che!).

Questo è, dunque, il quadro d’assieme, davvero ricostruito per sommi capi ed è in questo quadro che si
muove la palude catanzarese. Non invidiamo affatto perciò Fiorita, ovviamente non abbiamo consigli da
dargli (non è il nostro compito) ma alcune considerazioni di carattere generale sono d’obbligo: la politica
con le alchimie da mondo di mezzo già non andava tanto in sintonia nemmeno ai tempi della Prima
Repubblica, quando c’erano partiti forti e strutturati. Figuriamoci ora! Questo ragionamento riguarda – lo
ribadiamo - in egual misura centrosinistra e centrodestra, che poi non si potranno lamentare con il solito
pianto del coccodrillo alla fine della giostra se andranno avanti (e andranno avanti, c’è da giurarci! Si
accettano scommesse! Ultimo step per scongiurare elezioni anticipate in primavera il 20 febbraio e poi
calma piatta per almeno sei mesi) con questo piccolo cabotaggio, inevitabilmente al ribasso per mesi e mesi - anzi per anni e anni visto che la scadenza naturale del Consiglio Comunale di Catanzaro è nel 2027- con  grandi e piccoli mercanteggiamenti, accordoni, accordini, una dichiarazione un giorno e magari un’altra ancora, uscite dall’aula etc etc. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese.

Per 30 lunghi mesi (il record in questione appartiene comunque alla vicina Lamezia Terme dove con questo stato di cose sono andati avanti una decina d’anni!)). La domanda alle forze politiche tutte (quelle che ci sono e quelle in ricostruzione) resta dunque una e una sola: è politica questa? E’ cambiamento questo?