Nicola Fiorita, sindaco del capoluogo di regione, è soddisfatto dopo avere doppiato il suo Capo di Buona Speranza e cioè l’approvazione del Bilancio comunale in presenza di una maggioranza che definirla zoppa è un eufemismo fin dall’inizio della consiliatura, al termine di un infuocato consiglio comunale conclusosi dopo 7 ore nella tarda serata di giovedì. Ha financo citato JP Sartre il sindaco professore, in uno dei passaggi della sua polemica al calor bianco con il consigliere comunale (nonché regionale) Antonello Talerico, prima suo sodale e oggi suo fiero oppositore. Nelle Mani Sporche del grande intellettuale francese si sostiene che chi non sa insegnare una cosa, spesso la comanda. A Catanzaro, alludendo a Talerico, Fiorita gliela ha detta così: “Chi non la sa neppure comandare esce dalla maggioranza”.
Lo incontriamo venerdì, in una giornata piena di impegni per il primo cittadino, tra la celebrazione di don Mimmo Battaglia, il prete diventato cardinale orgoglio della città, e il ricordo al Politeama di Mario Foglietti, indimenticabile Sovrintendente del Teatro progettato da Paolo Portoghesi.
Quindi dopo giovedì non c’è più confusione sotto il cielo del Comune di Catanzaro? 14 non sono pochi? O come giudichi tu?
Il quadro politico che si è delineato nel Consiglio comunale è molto chiaro. Da una parte ci sono i nostri numeri favorevoli al bilancio, 14, a cui si sono aggiunte 3 astensioni che hanno un valore politico. Arriviamo a 17 ed è un numero più che sufficiente per concludere il mandato in maniera positiva, anche perché i risultati stanno arrivando. Dall’altra parte un centrodestra in affanno, portato al massacro da un nostro ex alleato animato solo da spirito di rivincita e pieno di rancore. Che oggi raccoglie i cocci della spallata mancata. Oggi Catanzaro è solidamente governata da un sindaco che ha avuto meno di tre anni fa un largo consenso popolare. Questi sono i fatti.
La politica ti chiedo e ti rinnovo l'invito, però, dove sta? L’avevamo scritto in un editoriale alcune settimane fa. Anche il dibattito in Consiglio dell’altro giorno ha mostrato un quadro politico di non eccelso livello tranne direi il tuo JPSartre... Il mondo di mezzo non ti dà un po’ fastidio a te che vieni da una solida politica di sinistra?
La politica alta ho dimostrato di saperla fare, come testimoniano le battaglie da protagonista sull’autonomia differenziata, sul no al Ponte sullo Stretto, sul no alle teorie razziste di Vannacci. Un Consiglio comunale figlio dello strano risultato del 2022 risente di questa anomalia. Nessuno si aspettava che un esponente della società civile potesse sconfiggere la corazzata del centrodestra, formata da liste fortissime. Era inevitabile che quell’armata, che era solo un’aggregazione elettorale e non politica, si frantumasse con il tempo. Non avverto nessun fastidio perché sapevo benissimo che solo ricercando aggregazioni con aree non omogenee al centrosinistra sarebbe stato possibile governare per tutta la legislatura. Con quella guidata da Antonello Talerico si è rotto un patto, da me pienamente rispettato con il coinvolgimento in giunta e in tutte le scelte decisive, nel momento in cui il mio ex alleato ha preso la tessera di Forza Italia, decisione legittima ma che comportava enormi problemi di compatibilità. Poi la vicenda del bando sui rifiuti, gestita piuttosto male dall’assessore di riferimento di Talerico, ha fatto il resto. Ora si va avanti con quei consiglieri che non se la sono sentita di fare commissariare per un anno e mezzo il Comune. E non lo hanno fatto certo per l’indennità perché sono tutti consiglieri che hanno un largo consenso e non avrebbero problemi a farsi confermare. Quella della paura di perdere l’indennità è una cattiveria messa in giro per screditarli.
Cambio un attimo registro: come vanno le cose col PD dopo il tuo intervento al congresso di FDI? Non ritieni di avere esagerato con gli elogi al partito della Meloni?
Ma quali elogi! Da sindaco di tutti i catanzaresi ho risposto ad un garbato invito del sottosegretario Wanda Ferro che, peraltro, si è spesa molto per la città, infischiandosene della mia collocazione politica. Mi sono limitato a dire, dopo avere premesso di essere lontano anni luce dalla loro cultura, che Fratelli d’Italia è un partito dalla lunga tradizione e molto radicato nelle istituzioni. Ho detto qualcosa che non va? Fratelli d’Italia non esprime il presidente del Consiglio? E vari ministri, presidenti di Regione, sindaci? Polemica per quanto mi riguarda superata, anche perché la mia storia personale non ha bisogno di analisi del sangue.
Torniamo allora a cose più leggibili. La città, caro Sindaco, dopo 2 anni di mandato: ci sono critiche ma forse è un problema vostro di comunicazione o altro?
Quando non si ha altro da dire per giustificarsi, si dice che c’è un problema di comunicazione. Io penso che le critiche derivino dal fatto che c’erano enormi aspettative e che forse noi, con l’entusiasmo di chi non aveva mai messo piede nella stanza dei bottoni, non eravamo perfettamente consapevoli delle difficoltà. Abbiamo lavorato tanto, soprattutto sul fronte del risanamento finanziario di un Ente che era fortemente esposto a debiti e contenziosi. Ma se tu paghi i debiti, forse non hai soldi per comprare un salotto nuovo. Scontiamo una grave carenza di organico e una scarsa disponibilità di denaro per la gestione del territorio, le famose buche: ma risolveremo anche questo. I risultati ci sono e sono tanti, molti dei quali si stanno concretizzando in questi mesi. Ripeto: alla fine del mandato riconsegneremo ai cittadini una città molto migliore di quella ereditata da noi.
L’ operazione della DDA ha riaperto un fronte sulla mafia a Catanzaro. Mi ha colpito una frase del neoprocuratore Savatore Curcio: c’è ed è padrona della città. È davvero Così? e se sì come intendi fare?
Dire che Catanzaro è una città mafiosa mi sembra obiettivamente esagerato perché la nostra è una comunità di gente perbene, di buona cultura, accogliente, lontana anni luce dai rituali mafiosi. È però vero che per la sua centralità Catanzaro è diventata oggetto del desiderio per le cosche delle altre province, spalleggiate da una componente infetta della comunità rom. Deve essere però chiaro che occorre aprire gli occhi e affrontare tutti quanti assieme questo problema. La parte repressiva tocca alle forze dell’ordine e alla magistratura che stanno infliggendo duri colpi alla criminalità. Noi abbiamo il dovere di rendere più vivibili i quartieri più degradati e abbandonati per venti anni dalla politica, puntare a togliere i ragazzini dalla strada, a farli studiare, frequentare attività sportive e culturali, sradicarli da quella cultura delinquenziale. Stiamo costruendo centri di aggregazione e impianti sportivi, stiamo recuperando immobili dismessi, stiamo sistemando gli edifici scolastici. Non basta, ma questa è la strada giusta.
Catanzaro spesso rivendica un ruolo che non ha. Nell’ambito della regione (r minuscola): non ti sembra che sia giunta l’ora di avviare un serio discorso che vada oltre i confini municipalistici?
Catanzaro ha espresso nelle ultime elezioni regionali un solo consigliere. Poi sono diventati due dopo una vicenda giudiziaria. L’asse decisionale della politica calabrese, non l’ho deciso io, ma gli elettori votando in massa un centrodestra a trazione Cosenza-Vibo Valentia-Reggio Calabria, che si è dunque spostato. Abbiamo anche solo un parlamentare, sia pure di spessore come la sottosegretaria Ferro. Sono le elezioni a determinare gli equilibri politici. Io penso di non essere rimasto con le mani in mano. A parte l’idea della Grande Catanzaro, sono riuscito a mettere assieme i sindaci dei cinque capoluoghi su questioni molto importanti. Mi sto sforzando di fare capire a tutti, anche al centrodestra, che senza un Capoluogo molto forte e riconosciuto la Calabria non potrà mai trovare la necessaria unità e rappresentatività. Purtroppo, molte decisioni, anche di queste ore, vanno in direzione ostinata e contraria.
Ora la Regione con la R maiuscola: ci pensi e quanto? E i tuoi rapporti con tutta la sinistra calabrese a che livello sono?
Mi sono sottratto al toto candidato presidente del centrosinistra per una serie di ragioni. La più importante è che devo dedicarmi con tutte le energie che posseggo alla mia città. Se avrò realizzato buona parte del mio programma elettorale, valuterò una ricandidatura poiché servono dieci anni per rimettere in piedi una città complessa come Catanzaro. Non sono ipocrita e dico di essere compiaciuto che qualcuno abbia pensato a me come possibile candidato alla Presidenza, magari riconoscendomi equilibrio e passione politica. Trovo intelligente che si pensi ai sindaci come possibili competitor di un candidato molto forte come Roberto Occhiuto che allo stato appare avvantaggiato. Che sia Fiorita o Falcomatà o Caruso o Stasi poca importa, ma il centro sinistra deve arrivarci unito e per tempo, evitando gli errori del passato. Quanto ai miei rapporti con il centrosinistra, devo dire essere eccellenti. Con Elly Schlein c’è un rapporto che non nasce oggi e non dimentico di averla avuta al fianco, quando era vicepresidente della Regione Emilia Romagna, nella campagna elettorale del 2022. Mi ha portato fortuna. Stesso discorso con Giuseppe Conte, che conosco dai tempi dell’università di Firenze. E con il mondo di AVS l’interlocuzione è sempre attiva. Poi ci sarà inevitabilmente qualcuno a cui non starò simpatico, ma meno male: chi è simpatico a tutti non ha personalità né valori ben definiti.