di RICCARDO TRIPEPI - La lista dei "trombati" doc è lunghissima.
Del resto non poteva che essere così, considerato che il Consiglio regionale ha subito la cura dimagrante imposta dalla spending review che ha fatto scendere il numero dei consiglieri regionali da 50 a 30.
A farne le spese in maniera evidentissima è l'Udc che durante la scorsa legislatura ha fatto il bello e il cattivo tempo esprimendo due assessori e il presidente del Consiglio regionale. I centristi sono evaporati rimanendo sotto la soglia del 4% e "bruciando" le speranze di Francesco Talarico, padrone di casa di palazzo Campanella per 4 anni, e dell'ex assessore all'Agricoltura Michele Trematerra.
Niente da fare neanche per i consiglieri uscenti Ottavio Bruni e Gianluca Gallo, che dall'Udc è passato alla Casa delle libertà, senza particolari fortune. Ma all'interno del centrodestra, perdente, gli "azzoppati" sono tantissimi sia in Forza Italia che nel Nuovo Centrodestra. Non riescono a rientrare in Consiglio l'ex capogruppo di Fi Ennio Morrone, l'assessore azzurro al Bilancio uscente Giacomo Mancini e i consiglieri azzurri uscenti Albano, Magno, Masi, e Bulzomì. All'interno del Nuovo Centrodestra, invece, non superano la prova delle urne gli uscenti Gianpaolo Chiappetta, Alfonsino Grillo, Claudio Parente e Tilde Minasi, né riescono a ripetere i successi recenti l'assessore uscenti ai Trasporti Luigi Fedele e l'ex presidente della Commissione Bilancio Candelora Imbalzano.
Bocciati anche i transfughi Salvatore Magarò e Rosario Mirabelli, mentre nel Pd non è riuscito a ripetersi l'uscente Mario Franchino e la stessa sorte hanno avuto i tre ex Idv Emilio De Masi, Giuseppe Giordano e Mimmo Talarico. Clamorosa esclusione anche di Gianni Speranza.
*giornalista del Garantista della Calabria