IL RETROSCENA. Grillini espulsi? L'ultima ancora di salvezza. VARANO

IL RETROSCENA. Grillini espulsi? L'ultima ancora di salvezza. VARANO

schv      di ALDO VARANO -

Ieri tutti i giornali calabresi, anche questo, hanno scritto del rischio che stanno correndo i parlamentari del M5s nominati in Calabria (come tutti gli altri loro colleghi). Gli accadrà qualcosa per essere incappati nelle ire della premiata ditta Grillo-Casaleggio?

La vicenda fa tornare in mente la sapienza di Andreotti che più volte spiegò che in politica se una cosa ti è andata bene o male lo si può stabilire solo con senno di poi. Giurò, il sette volte presidente del consiglio sette, che in diverse occasioni eventi che avevano spinto i giornali a decretare la sua fine politica si rivelarono a distanza provvidenziali e determinanti per consentirgli di salvarsi e vivere la più lunga carriera politica della storia d’Italia.

Ma torniamo ai 5s nostrani. Saverio Paletta ieri ha fatto un’ottima sintesi: “A carico dei quattro calabresi - cioè i deputati Sebastiano Barbanti e Danila Nesci e dei senatori Nicola Morra e Francesco Molinari - ci sarebbe di tutto: dalle accuse di scarsa trasparenza ai dissidi, di natura territoriale e non, e, per finire alla "dissidenza".” Insomma, finiti sotto processo, potrebbero rischiare di brutto per la loro carriera. Le accuse non difettano.

E se fosse il contrario? Proponiamo una diversa analisi. Il M5s è in caduta libera e difficilmente alle prossime elezioni tornerà a fare boom (ieri Pagnoncelli sul Corsera c’ha informati che il gradimento per Grillo è il più basso tra tutti i leader, esattamente dietro Niki Vendola). A occhio e croce nessuno degli attuali eletti in Calabria, se resteranno al proprio posto, rimetterà piede in Parlamento. Il caso dei nominati del M5s è da questo punto di vista un classico della teoria: una botta e via.

Tra l’altro il M5s si viene sempre più configurando come il rifugio di una pancia del paese cresciuta con pulsioni oscure di una destra che con sempre maggiore evidenza manifesta fastidio per l’immigrazione, l’euro, l’Europa. Un’area che copre mille volte meglio Salvini, alleato con la Le Pen, che a gradimento è dietro Renzi con buona pace di un Grillo ormai “stanchino” inchiodato laggiù. Insomma, al netto di tutte le stravaganze del M5s, non è affatto scontato che i nominati del M5s via computer riacciuffino i voti: da destra potrebbero non prenderli perché hanno dato talvolta il senso di essere di sinistra; da sinistra no, perché il Movimento s’è rivelato con uno zoccolo duro di destra.

Facciamo finta invece che vengano espulsi. I magnifici quattro calabresi sarebbero finalmente liberi. Verrebbero costretti, loro malgrado il che fa bene all’immagine, a guardarsi intorno ormai senza nessun partito e senza l’incubo del M5s e del versamento dei loro emolumenti al Movimento (Sergio Rizzo, conti precisi alla mano, sul solito Corsera, riduce a una cifra ridicolmente bassa la vantatissima rinuncia dei parlamentari 5s ai propri quattrini). Accadrebbe in concomitanza con l’inasprirsi dei rapporti tra Renzi e Berlusconi in un quadro in cui Renzi, sempre affamato di voti in Parlamento per varare le riforme e durare fino al 2018, ha aperto in modo esplicito ai 5s senza mai precisare se vuol fare l’accordo con Grillo o direttamente coi parlamentari eletti da Grillo.

La possibilità di uno spazio politico per gli espulsi di tornare (almeno in parte) in Parlamento sarebbe decisamente maggiore (ma di molto) delle possibilità al lumicino di farcela restando fedeli a Grillo.

Insomma, Barbanti, Nesci, Morra e Molinari se verranno espulsi, invece di essere travolti dalla polvere della vergogna potrebbero resuscitare beneficiati dal solito fattore C.