LA NOTA. Fi chiede il referendum e mette Oliverio nei guai

LA NOTA. Fi chiede il referendum e mette Oliverio nei guai

forza-italia    di RICCARDO TRIPEPI - Il trappolone per Mario Oliverio sembra essere pronto. Jole Santelli ha aspettato qualche tempo, ma poi ha dato il via libera all’idea già lanciata qualche settimana fa da Wanda Ferro e Mimmo Tallini e cioè quella di sottoporre a referendum la riforma dello Statuto che il governatore ha fortemente voluto come primo atto della nuova legislatura. La legge che riformula la carta suprema della Regione è stata approvata in doppia lettura dal Consiglio regionale e prevede l’aumento del numero complessivo degli assessori che da sei passano a sette, l’eliminazione del limite al numero degli esterni e la cancellazione della figura del consigliere supplente.

Le norme, senza referendum, entrerebbero in vigore alla fine di giugno, tanto che il centrosinistra ipotizzava per giorno 20 la possibilità del completamento della squadra di governo, attualmente ferma a soli 3 assessori.

Dovesse andare in porto l’idea che ieri la Santelli ha messo nero su bianco inviando un’esplicita nota ai consiglieri azzurri si aprirebbero scenari davvero complicati per il presidente della giunta e il centrosinistra. Per proporre validamente il referendum è necessario che la richiesta venga sottoscritta o da un cinquantesimo degli elettori della Calabria o da un quinto dei consiglieri regionali.

La prima strada pare piuttosto impervia, considerato che non è ancora stata avviata nessuna raccolta di firme. La seconda possibilità è più concreta in quanto basterebbero sette consiglieri per formulare la richiesta. Tre sono gli appartenenti al gruppo di Forza Italia. Pare facilmente ipotizzabile che Tallini e Orsomarso, con il benestare della Ferro, diano il proprio consenso al referendum. Basterebbe, dunque, che due dei tre consiglieri della Casa della Libertà, lista satellite di Forza Italia, si accodino all’indicazione di Jole per dare il via libera alla consultazione popolare.

Il che sarebbe un vero e proprio pugno allo stomaco per il governatore che andrebbe ad incartarsi proprio in relazione ad una riforma che i cittadini non hanno mai percepito come urgente e sulla quale si è intestardito fin dal primo momento.

Il referendum che l’opposizione presenterebbe al termine ultimo previsto, bloccherebbe di fatto le mani a Oliverio per altri lunghi mesi e potrebbe anche bocciare la legge approvata in Consiglio. In ogni caso la Calabria si troverebbe ad arrivare vicina all’anno di legislatura con una squadra di governo incompleta e che agisce al rallentatore.

Unica via d’uscita: fare finta di nulla e procedere al completamento della giunta secondo le regole dello Statuto prima della riforma, nell’attesa che si completino tutti i passaggi formali, compreso il referendum. Il che vorrebbe dire varare un esecutivo a sei elementi, con il solo 50% di esterni e con l’istituto del consigliere supplente. Insomma un vero e proprio suicidio politico per Oliverio e il centrosinistra che si troverebbe a dover fare quello avrebbe potuto fare già da dicembre, ma avendo accumulato un ritardo colpevole di quasi sei mesi.

Il tutto mentre le difficoltà della Calabria sono in aumento e rimangono scoperte deleghe fondamentali come quella ai Fondi europei, all’Agricoltura o al Turismo. Insomma ci voleva davvero talento per stracciare l’avversario alle elezioni e rimetterlo in pista appena qualche mese dopo infilandosi nel tunnel di modifiche statutarie che solo Mario e i suoi hanno percepito come fondamentali per il futuro della nostra Regione e della sua gente.