di RICCARDO TRIPEPI - Nell’ultimo giorno utile alla campagna elettorale, la coordinatrice regionale di Forza Italia Jole Santelli rompe gli indugi e annuncia di avere in mano le sette firme dei consiglieri regionali, necessari per proporre il referendum sulle modifiche apportate allo Statuto regionale.
“Come già detto - ha affermato la Santelli - riteniamo corretto che ad esprimersi siano i calabresi, come da loro diritto. Molti sono i punti su cui il presidente Mario Oliverio e la sua maggioranza saranno chiamati a dare spiegazioni convincenti al popolo. Nessuna materia meriterebbe la mancanza di attenzione, a maggior ragione una come quella Statutaria. Noi spiegheremo le nostre ragioni rivolgendoci direttamente ai Calabresi, speriamo che anche altri, che al momento non hanno aderito o non hanno potuto aderire alla nostra proposta perché non presenti in Consiglio, si uniranno alla nostra scelta. Nei prossimi giorni - ha concluso Santelli - Forza Italia e tutti i consiglieri regionali firmatari terranno una conferenza stampa nel corso della quale verrà illustrato il programma delle prime iniziative di sostegno al referendum".
I sette consiglieri che hanno sottoscritto la richiesta sono i cinque eletti in Forza Italia (Nicolò, Morrone, Salerno, Tallini e Orsomarso) e due della Casa delle Libertà Francesco Cannizzaro e Giuseppe Mangialavori. Mancano all’appello, ovviamente, i tre consiglieri del Nuovo centrodestra che sulle modifiche statutarie si sono astenuti al momento della loro votazione in Consiglio regionale. Meno scontata, invece, la mancata sottoscrizione del terzo consigliere della Cdl Giuseppe Graziano che, già nell’ultima seduta consiliare, si era fatto notare per aver consentito l’avvio dei lavori da segretario questore di minoranza nonostante l’assenza del questore di maggioranza Neri e le forti critiche del centrodestra al presidente Scalzo per la convocazione della seduta in piena campagna elettorale.
La coordinatrice azzurra, evidentemente, ritiene di poter allargare il consenso sull’iniziativa e l’annuncio ad “orologeria” raggiunge due obiettivi: mette pepe alla campagna elettorale in salita del centrodestra e i bastoni tra le ruote a Mario Oliverio.
Con la riforma approvata già in doppia lettura dal Consiglio regionale, Oliverio avrebbe avuto alla fine del mese (momento in cui la riforma sarebbe entrata in vigore senza il referendum) la possibilità di nominare sette assessori invece dei sei originariamente previsti e di non avere limiti nell’indicazione degli esterni che, prima della riforma, non potevano superare il 50% del totale.
Adesso, se davvero il centrodestra dovesse andare fino in fondo, il completamento della giunta a sette potrebbe slittare di parecchio mettendo il governatore tra i recordman di partenza al rallentatore. L’unica via d’uscita è quella di aggirare l’ostacolo procedendo comunque alla nomina di almeno altri due assessori, secondo le regole precedenti. Riservandosi l’indicazione degli altri due (oppure solo del settimo, rispettando il limite degli esterni) al momento in cui anche l’iter referendario faccia il suo corso.
Il Pd, considerando superata in un modo o nell’altro la questione referendum, si sta concentrando sull’indicazione dei nomi dei futuri assessori. Salvatore Perugini, Gianluca Callipo e Demetrio Naccari Carlizzi continuano a scaldare i motori tra i renziani. Il governatore preferirebbe il cosentino, lasciando alla corrente reggina la possibilità di indicare il nome di una donna.
Ma se la via di fuga esiste, sarà comunque arduo spiegare ai calabresi che per fare una giunta prima si nominano solo tre assessori per aspettare la riforma dello statuto. Poi ci si fa bloccare la riforma e si torna alle vecchie norme per fare una giunta parziale sperando di arrivare alla fine del primo anno di legislatura con i nomi al completo. Un capolavoro che neanche il Caf dei tempi d’oro avrebbe saputo mettere insieme.