Calabria al vetriolo. La Bindi e l’Antimafia

Calabria al vetriolo. La Bindi e l’Antimafia

rosy e i calabresi   di RICCARDO TRIPEPI -

Non si guardano in faccia appuntamenti elettorali e appelli all’unità. In casa Pd, al momento troppo sicuro dei propri mezzi per assenza di avversari, ogni occasione è buona per proseguire la guerriglia interna tra correnti. Come interpretare altrimenti le dichiarazioni della presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi sui candidati impresentabili e sul candidato alla presidente della Campania De Luca? Dichiarazioni al vetriolo che hanno subito innescato un putiferio con la replica immediata dei renziani affidato al tweet di Ernesto Carbone: “Allucinante che si pieghi la Commissione antimafia a vendette interne di corrente politica”. La Bindi che ha poi lasciato intendere di “magagne” non meglio precisate anche per le amministrative calabresi ha poi infastidito anche il segretario regionale Ernesto Magorno che ha parlato di atto precedenti.

Ma il paradosso tutto calabrese è che anche alcuni bersaniani doc come Enza Bruno Bossio, che è pure componente della Commissione, non hanno per nulla digerito le esternazioni bindiane.

Un paradosso tutto nostro, frutto dell’intesa tra il bersaniano doc Mario Oliverio e il renziano Magorno che da avversari sono diventati amici riuscendo, di fatto, ad isolare i cosiddetti renziani della prima ora e aprendo il terreno a scivolosissime commistioni. La sensazione è che dopo la chiusura delle urne il regolamento di conti proseguirà senza esclusioni di colpi.