di RICCARDO TRIPEPI -
La Calabria continua ad essere isolata dal resto del Paese. Non esistono tempi certi in ordine alla riapertura dell’A3 dopo il crollo del viadotto. La stagione turistica pare ormai compromessa, ma in compenso la polemica e la strumentalizzazione politica vanno a gonfie vele.
I partiti e le correnti si sono dati ad un escalation di commenti, minacce e promesse approfittando della drammatica questione che sta compromettendo il diritto alla mobilità dei calabresi, ancor più del consueto.
Dopo la richiesta dello stato di emergenza da parte di Mario Oliverio che ha subito tirato in ballo le responsabilità del governo Renzi, ci hanno pensato gli ineffabili senatori del Nuovo centrodestra a buttarla sugli equilibri politici dell’esecutivo Renzi. La loro minaccia di autosospensione dal governo, istituto inedito, ha chiaramente due chiavi di lettura. La prima è quella di chiedere attenzione, giustamente, sulla negletta Calabria. La seconda, del resto i fratelli Gentile sono maestri nel dare un colpo al cerchio e uno alla botte, è quella di rimarcare ancora una volta l’originalità delle posizioni degli alfaniani di Calabria. Un nucleo che vuole fare sempre più da cuscinetto tra il centrosinistra e il centrodestra. Gentile sa che la permanenza di Alfano al governo è comunque a tempo e che anche in Calabria non si potrà continuare a lungo a strizzare l’occhio a Mario Oliverio. Specialmente se da Berlusconi dovesse arrivare il via libera alla ricostruzione di un’area moderata ampia che vada dalla Lega e Fratelli d’Italia fino alle espressioni più moderate del centrodestra. Ed allora l’affondo verso l’esecutivo per chiedere atti concreti alla Calabria e ricordare a tutti che i senatori Ncd calabresi, come al solito, saranno determinanti a palazzo Madama per il governo Renzi.
Da Roma, intanto, Delrio risponde al Ncd: «Abbiamo lavorato h24 su questo tema… La soluzione che si sta profilando con il lavoro che Anas sta conducendo a pieno ritmo sotto la nostra supervisione potrà consentire in tempi ragionevoli la riapertura dell'autostrada. Detto questo - aggiunge Delrio – le polemiche politiche non servono. Bisogna risolvere i problemi e non capisco a cosa si riferiscono quando dicono che si poteva fare di più, visto che l'area è stata sotto sequestro fino a poche settimane fa».
La “bacchettata” del renziano ad Ncd ha provocato subito dopo la presa di posizione del segretario regionale del Pd Ernesto Magorno che ha appoggiato senza riserve Delrio. Ma Magorno s’è soprattutto preoccupato di rimarcare che ha funzionato il “pieno raccordo tra le istituzioni interessate che ha impresso una svolta positiva alla vicenda e che consentirà all’Anas, sotto la supervisione del Ministero delle Infrastrutture, di finire i lavori nei tempi richiesti». Insomma, Magorno Magorno sembra annunciare pace fatta e suggellata “dal pieno raccordo tra le istituzioni interessate”, cioè Regione e Governo di Roma, dopo le dure polemiche che il ministro aveva sollevato sulla gestione Oliverio della giunta e i successivi sgarbi istituzionali tra governi regionale e nazionale.
Il Pd calabrese, che certo non ha brillato alle ultime amministrative, prova a compattarsi almeno su una questione così importante e a rafforzare il proprio dialogo con Roma. La speranza è che il gioco dei partiti e delle correnti che ormai si innesta sopra ogni questione, anche su quelle di interesse generale e prive di colore politico, non rallenti invece di accelerare il ripristino dell’autostrada.