di RICCARDO TRIPEPI
- Neanche un giorno di tregua. Dopo l’annuncio della nuova giunta, ancora non nel pieno delle proprie funzioni, per Oliverio sono iniziati subiti i guai. A parte la presunta incompatibilità di uno dei nuovi assessori (Barbalace), hanno subito tenuto banco le prese di posizioni degli scontenti del centrosinistra che sono dati sempre in aumento. Ai mal di pancia della lista “Oliverio presidente” si sono aggiunti quelli dell’ex assessore al Lavoro Carlo Guccione che ha addirittura convocato una conferenza stampa per dare voce al proprio malumore.
In questo quadro va inserito lo scontro al vetriolo che è in atto tra il governatore e il commissario per il piano di rientro dal debito sanitario Massimo Scura. Nodo gordiano del faccia a faccia: il budget per le cliniche private, da sempre croce e delizia di tutti coloro che si sono avvicendati, senza successo, a gestire la sanità calabrese. Lo scontro con il commissario torna ad essere virulento così come lo era stato al momento del suo insediamento. Anche questa una spia del malessere democrat che non sembra essere guarito neanche dopo la cura da cavallo imposta da Roma dopo l’esplosione di “Rimborsopoli”.
Il governatore, da Lamezia, ha provato a correggere il tiro, ma il risultato finale non è stato un granché. «Da parte mia c'è la volontà di costruire un rapporto di collaborazione che è stato dichiarato sin dall'inizio con la struttura commissariale – ha detto Oliverio - Purtroppo, ahimè, sono passati alcuni mesi ed ancora non ci sono segnali di un intervento teso a rimettere in piedi un sistema sanitario qualificato. Scura deve avere la bontà di confrontarsi con la Regione. Questo è elementare. Mi sono permesso di osservare, rispetto alla utilizzazione delle risorse alle strutture private, che sono in netta continuità con il passato ed io credo che bisogna avere discontinuità anche in questo: essere oggettivi nella utilizzazione delle risorse e più rispondenti».
Pare insomma che ci sarà parecchio da ballare nelle prossime settimane che si annunciano ancora delicate per il partito. Intanto perché a palazzo Campanella c’è da gestire la fase delle dimissioni del presidente del Consiglio Antonio Scalzo ed aprire la partita sulla sua sostituzione. Una fase che i renziani stanno aspettando con grande attenzione perché non vogliono ulteriori sorprese. E che dovrà arrivare a conclusione in breve tempo in quanto incombe ormai anche l’assestamento di bilancio che difficilmente potrà vedere la luce entro il mese di agosto.
L’assemblea del 20 luglio convocata da Magorno, sempre che si svolga davvero, potrà essere occasione utile per monitorare lo stato di salute dei democrat calabresi.